Sergio D’Avino è stato amico e sostenitire del sindaco Salvatore Di Sarno. Non si sbaglia se si dice che la decisione di candidarlo come leader della coalizione nel 2017 fu sua. Lui portò avanti con tenacia quella candidatura, anche se molti non volevano Di Sarno sindaco.
Ebbe ragione e vinse le elezioni. Oggi ci spiega cosa è accaduto da allora, quanto Somma Vesuviana sia stata penalizzata da scelte sbagliate e perché ha votato la mozione di sfiducia.
Dopo 18 mesi dalla tirata di giacca ecco un’altra trovata, un azzeramento a mascherare l’allargamento di questa maggioranza composta da PD-FI-5Stelle -Verdi e sigle civiche. Non solo un miscuglio di sigle, ma anche di programmi. E a pagarne lo scotto è ancora una volta la città.
Ho votato la sfiducia al Sindaco Di Sarno non a cuor leggero per due motivi.
In primis per la delusione che ho provato dopo gli sforzi fatti insieme a pochi amici per le elezioni nel 2017 quando iniziai un percorso politico diverso dagli standard soliti, scegliendo lui come candidato Sindaco, mettendomi contro tutto e tutti, finanche i dirigenti del suo partito FI che preferirono dare il simbolo e la candidatura a Sindaco a Celeste Allocca. Ho dedicato tempo e sforzi alla costruzione del progetto trascurando famiglia e lavoro.
Con testardaggine e decisione sfidammo veri carri armati politici, ma alla fine ne uscimmo vincitori.
Abbiamo amministrato per 5 anni mettendo davanti sempre e solo il bene del paese. Strade finalmente pulite, illuminazione pubblica, strade asfaltate, nuove rotonde ad incroci importanti messi in sicurezza, Ztl, nel centro storico, servizi sociali efficienti con la gestione del centro anziani , centro minori e centri disabili, tele soccorso per gli anziani soli , progetto Itia , estate ragazzi , finanziamenti per le scuole e il campo polivalente di rione Trieste e campo “Felice Nappi” e tanto altro.
Facendo anche una programmazione puntuale e scrupolosa in vista dei 5 anni successivi.
Ma, dopo solo 8 mesi dal secondo mandato, il sindaco per una tirata di giacca mette fuori bene 7 consiglieri, noi di SLF siamo sempre rimasti saldi e in silenzio al nostro posto al contrario di qualcuno di minoranza che per ben 2 volte hanno elemosinato l’ingresso in maggioranza ma il sindaco li ha respinti, ieri con lo stratagemma, dell’ azzeramento, solo formale, della giunta e lo spauracchio della sfiducia ecco la sospirata entrata del consigliere che con il passaggio in FI finalmente ha avuto ingresso in maggioranza sbloccando così la poltrona di presidenza del consiglio.
Il secondo punto che mi ha spinto alla sfiducia, sono i 18 mesi di fermo che hanno affossato e messo in agonia la nostra città.
Detto ciò prendo atto di questo patto scellerato fra questi soggetti che di politica nulla hanno in comune né a livello di programmi sia a livello provinciale, regionale e né a livello nazionale e nulla di buono promettono.
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