SOMMA VESUVIANA – Aggirarsi per i corridoi del municipio, mettere il naso tra documentazioni e pratiche a qualche cittadino è concesso ad altri no. E’ quello che si è scoperto nell’ultima seduta consiliare di lunedì, gran parte dell’assemblea, infatti, è stata spesa per discutere dell’interrogazione presentata da Michele Mocerino (Rifondazione comunista) basata su una lettera che era stata consegnata dal consigliere di maggioranza Mario Aliperta. Nel documento si chiedeva chi fosse Giuseppe Terracciano e perché gli fosse consentito verificare alcune pratiche nell’ufficio Ragioneria. Alla domanda del Prc ha replicato il presidente del consiglio, Alessandra de Siervo: “Il funzionario mi ha spiegato che il signore in questione ha assunto informazioni di carattere generale come è prerogativa di qualsiasi cittadino”. Da quel momento apriti cielo. La de Siervo è stata oggetto del fuoco, non solo nemico come poteva essere logico, ma soprattutto amico. A spararle contro sono stati soprattutto gli esponenti della sua maggioranza. “Lei ha detto una cosa gravissima”, ha affermato Michele Mocerino, “come può dire che qualsiasi cittadino può ficcare il naso nelle carte del Comune”. Ben più polemico il consigliere Salvatore Rianna (Lista Cuore). “Sono davvero perplesso”, ha detto, “di come lei si sia permessa di rispondere a questa interrogazione in qualità di presidente del consiglio. Vada a riguardarsi bene quali sono i compiti del ruolo che svolge, se è vero che il documento era indirizzato anche a lei, era il sindaco che avrebbe dovuto rispondere, e non certo lei che rappresenta l’organo di garanzia di tutti i consiglieri. Questo consiglio comunale è diventato una vera Babele”. E Crescenzo De Falco di Alleanza nazionale: “E’ una cosa gravissima. Il dirigente chiamato in causa, e lo so per questioni dirette, ha fatto delle eccezioni. Sa bene che un consigliere comunale può accedere agli atti, eppure mi è stato chiesto di presentare una domanda per iscritto e mi è stato risposto solo dopo 40 giorni. Dobbiamo capire se questo Terracciano ha violato la privacy di qualcuno e in questo caso avviare la commissione disciplinare per accertare eventuali responsabilità”. Ad incalzare anche Luigi Pappalardo dei Socialisti. “Presidente credo che lei sia mal consigliata”, ha affermato, “Non dovrebbe rispondere a cose diverse dal suo ufficio. E’ evidente che il sindaco doveva dare una spiegazione, è lui al momento l’unica autorità presente nella vita amministrativa della città”. “E’ il caso di mandare un esposto in Procura”, ha asserito Rocco Piccolo, capogruppo dell’Udc, “per capire se con il suo comportamento questo cittadino o altri abbiano commesso reati”. Alla fine a sgombrare il campo ci ha pensato il sindaco, Ferdinando Allocca. “State facendo una tempesta in un bicchiere d’acqua”, ha esordito, “Sono stupito dal fatto che questo argomento sia addirittura diventato oggetto di diversi interventi. La giunta regionale ha approvato una delibera che riguarda la possibilità per i Comuni di rientrare nel patto di stabilità. Conoscendo Terracciano che, è anche un dipendente a contratto con la Regione, l’ho pregato di visionare gli atti per verificare se c’era anche per noi questa possibilità Se c’è qualcosa di strano sono io stesso che vi chiedo di mandare gli atti in Procura”. Di tutt’altro parere lo stesso Rianna: “Il problema è che lei sindaco si stupisca se un estraneo girovaghi negli uffici comunali prendendo disposizioni. Purtroppo la vita politica ha delle regole, e anche se lei non vuole accertarle. Lei dovrebbe autodenunciarsi, e intanto chi dice di fare esposti sappia che è arrivato secondo perché in Procura ha già inviato tutto il consigliere Mario Aliperta”. A sottolineare le due versioni emerse riguardo il “caso Terracciano”, è stato nuovamente l’esponente di Rifondazione, Mocerino. “Uno di voi due è in male fede”, ha affermato riferendosi al sindaco e alla de Siervo, “avete detto cose contrastanti, una ha spiegato che si trattava di una cosa semplice, l’altro di una questione importante”. Alla fine Allocca si è preso pure l’accusa di Vincenzo Nocerino (partito Democratico): “Il sindaco si comporta come un dominus”. Padrone o no, la polemica non sembra che si spegnerà con la seduta dell’altra sera.
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