“La sanità campana è oggi un modello nazionale”, parole insensate in piena emergenza covid rilasciate 4 anni fa dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, in un confronto televisivo con il suo omologo lombardo Attilio Fontana.
Dichiarazioni che non hanno mai trovato riscontro nei fatti, nel dissesto del servizio sanitario pubblico, soprattutto fra Napoli e provincia.
Quanto affermato in un delirio di onnipotenza e protagonismo da De Luca fa accapponare la pelle per i tanti episodi di cronaca che vedono sotto accusa la gestione della sanità sul nostro territorio, e per quanto riguarda le prestazioni di primo soccorso e principalmente, peggio ancora, per quelle ambulatoriali.
L’ultimo in ordine di tempo è avvenuto oggi in tarda mattinata nel quartiere Arenella a Napoli, in via Pigna. Verso le 1215 s’è verificato un grave incidente stradale. Una ragazza in scooter è stata balzata via dal suo mezzo ed è quasi rimasta immobile per terra. Soccorsa da volenterosi e generosi passanti è stato subito allertato il 118. Ma dalle ore 12.15 l’ambulanza è arrivata sul posto solo pochi minuti dopo le 13. Per oltre 45 minuti la malcapitata- che comunque appariva cosciente-è rimasta sul selciato, nonostante i ripetuti solleciti al numero per le emergenze.
Ma la notizia più sconcertante è che all’ennesima chiamata effettuata dai presenti, l’operatore del 118 ha risposto che non c’erano mezzi di soccorso in zona e che l’unica ambulanza disponibile stava partendo da piazza Del Gesù in pieno centro storico! Una distanza sconcertante da percorrere, ed inaccettabile, per un intervento che necessitava della massima urgenza, di qui il lungo tempo necessario, anche per l’intenso traffico, per giungere sul luogo del sinistro.
Se si fosse trattato di un caso di infarto con paziente in arresto cardiaco dopo 45 minuti di attesa, le possibilità di sopravvivenza sarebbero state pari a zero.
Lo scenario è tragico. Cittadini abbondonati a se stessi, con una pubblica assistenza del tutto insufficiente se non assente. Una realtà quotidiana che stride con le affermazioni dell’allora visionario governatore che vantava la nostra sanità come fra le migliori nazionali.
Salvo poi giustificare, pure di recente, le ripetute e tragiche defaillance con i tagli imposti dal governo ai servizi regionali. Cert’è che da decenni la più grande e discussa Asl regionale, la Napoli 1, è afflitta da un pauroso deficit. Ad oggi incolmabile.
Se anche fossero sempre più ridotti i fondi che piovono dalla “Roma ladrona” una migliore gestione degli stessi sarebbe, ed è, possibile. E questo garantirebbe un’assistenza di base e di primo soccorso di livello molto superiore, cosicché tragici ritardi come quello di stamane al Vomero non si verificherebbero.
Ma come ben sappiamo la sanità rappresenta uno dei maggiori e più lucrosi territori di conquista e speculazione della mala politica. Un autentico bancomat dal quale attingere potere e soprattutto denaro.
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