Di seguito riportiamo il testo integrale della lettera che il sindaco Carmine Esposito ha scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed al ministro dell’Economia Giulio Tremonti sul patto si stabilità:
Preg.mo Signor Presidente,
mi permetto di inviarLe il presente scritto per esprimere tutta la mia
preoccupazione di primo cittadino di un Comune costretto a fronteggiare le
difficoltà imposte dalle ultime manovre finanziarie in merito al “Patto di
Stabilità”.
Voglio premettere che il Comune di Sant’Anastasia rispetta i vincoli di
finanza pubblica, ha una buona capacità coercitiva, non ha mai fatto ricorso ad
anticipi di tesoreria, ha ottenuto importanti finanziamenti anche
sovranazionali nell’ultimo anno, e può vantare una percentuale di raccolta
differenziata tra le più alte dei comuni della regione Campania.
La capacità di indebitamento dell’Ente è discreta e allo stesso tempo l’avanzo
di amministrazione ci permetterebbe di porre in essere gli importanti
interventi di riqualificazione e di sviluppo previsti nel nostro Piano delle
Opere Pubbliche. Con le nostre risorse finanziarie potremmo sicuramente
migliorare la qualità dei servizi offerti ai nostri cittadini, e soprattutto
rimettere in circolo il loro contributo, diretto o indiretto, alla causa
comune. Questo non accade, e non potrà più accadere, finché sarà immutato il
metodo di calcolo del Patto di Stabilità, che vede contribuire al saldo anche
la spesa in conto capitale, nella fase della liquidazione.
Il livello di spesa corrente si è attestato su valori contenuti negli ultimi
anni, e questo forse ha inciso negativamente nella determinazione dei parametri
del Patto legati purtroppo alla spesa storica; a questo si aggiunga che solo le
ultime due manovre hanno inciso in termini di tagli ai trasferimenti per ben €
829.000. Sta di fatto che ad oggi l’attività amministrativa è completamente
paralizzata da un possibile sforamento dei vincoli imposti per l’esercizio in
corso che riteniamo incomprensibili, e logicamente difficili da trasferire alla
nostra cittadinanza.
Eppure, insieme agli uffici preposti, stiamo provando a porre in essere tutti
i correttivi idonei a migliorare i saldi finanziari in maniera condivisa e
trasparente. L’alienazione del patrimonio comunale, seppur esiguo, ha già dato
i primi frutti in termini di incassi in conto capitale, utili ai fini del
miglioramento del saldo; sarebbe sicuramente di maggiore aiuto incrementare gli
incassi per concessioni edilizie, con gli oneri conseguenti, ma la normativa
che si è susseguita negli ultimi lustri vieta anche le più blande operazioni di
riqualificazione degli edifici residenziali, oltre che limitare drasticamente l’
edilizia non residenziale o infrastrutturale. Il disagio poc’anzi esplicitato,
si acuisce maggiormente con le limitazioni vincolistiche derivanti dalla Legge
Regionale 21 del 2003, deteriorando ulteriormente il tessuto economico del
nostro territorio.
In queste condizioni ci sentiamo giudicati dalla norma, prima ancora di agire,
come pessimi amministratori, sia che intendiamo perseguire con tutte le nostre
forze il rispetto della legislazione, sia che decidiamo di procedere
altrimenti, viste le sanzioni che ne conseguono.
Nel primo caso dovremmo liberare completamente la spesa corrente, stanziata o
anche già impegnata, rinunciando ad offrire ai cittadini i servizi e gli
interventi già previsti per l’ultimo trimestre; dovremmo inoltre rimandare
definitivamente all’anno venturo ogni pagamento in conto capitale per lavori
già finanziati ed eseguiti, violando l’obbligo di provvedere alle liquidazioni
entro 30 giorni dal ricevimento della fattura, e mettendo in seria difficoltà
ditte creditrici che hanno operato per il bene comune e che oggi sono in forte
crisi di liquidità.
Nel secondo caso potremmo onorare gli impegni assunti con le risorse
regolarmente stanziate, salvando l’immagine di serietà dell’Ente e soprattutto
le imprese che con esso collaborano; tuttavia saremo soggetti a sanzioni
pesantissime che potrebbero arrivare al taglio dei trasferimenti pari anche al
50% del totale.
È palese che per un Comune che vive quasi esclusivamente di ordinarietà, in
particolare nella spesa corrente, vorrebbe dire annullare tutta una serie di
servizi, dalla mensa al trasporto scolastico, dall’assistenza ai disabili alla
tutela del territorio, che sono oggettivamente irrinunciabili per una società
moderna.
Certo di un Suo intervento risolutore
Sant’Anastasia, lì 19/10/2011
Il Sindaco
dott. Carmine Esposito
(foto di Ciro Colombrino)
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