SANT’ANASTASIA – Da discarica a luogo di insegnamento. E’ questo il destino che attende l’ex macello comunale di Sant’Anastasia: trasformarsi nell’ampliamento dell’Istituto tecnico statale “Luca Pacioli”. Negli ultimi anni è stata affidata all’Amav, la società di multi servizi che si occupa della raccolta dei rifiuti in città. Ed è stato utilizzato proprio come deposito per i rifiuti ingombranti, negli ultimi mesi poi è diventato stracolmo. Una situazione che alcuni dei residenti hanno segnalato, facendo notare come più che ad un deposito somigli ad una discarica a cielo aperto. Adesso a porre rimedio arriva la proposta del sindaco Carmine Pone: quella di trasferire la struttura sotto le competenze della Provincia affinché possa utilizzarlo come sede del Pacioli. “Sono ben consapevole che il macello si deve pulire”, dice il sindaco, “l’Amav mi aveva chiesto di attendere fin dopo dicembre per una questione di conteggi relativi ai dati della differenziata, anche per una semplice pulizia extra noi rischiamo di perdere i buoni risultati raggiunti. Gli ingombranti che occupano ora il macello saranno comunque rimossi, ma per quella struttura abbiamo pensato a ben altro uso. Ho già parlato con Angela Cortese (assessore provinciale all’ Edilizia e Pianificazione Scolastica, ndr) che ha accolto con interesse la nostra proposta, noi vorremmo che in quegli spazi sorgesse un’altra ala dell’istituto tecnico, questa sarebbe l’occasione ottimale per risolvere in una sola volta più di un problema. Attualmente la scuola superiore occupa oltre allo stabile di via Europa, altri due edifici, uno in via Primicerio per il quale paga 80mila euro annui di affitto, e l’altro a piazza Sant’Antonio che costa 35mila euro all’anno. Soldi pubblici che la Provincia potrebbe risparmiare costruendo un’altra ala della scuola. In questo modo poi riusciremmo a tenere i ragazzi tutti nello stesso istituto e con spazi più idonei alle loro esigenze di apprendimento”. Anche l’area dove sorge attualmente il Pacioli è stata recuperata e restituita alla città più di dieci anni fa. All’epoca ad interessarsi affinché quella che era un’ex fabbrica diventasse una scuola superiore fu l’ex consigliere provinciale di Rifondazione Comunista, Franco Maranta con la collaborazione del sindaco di allora Mario Romano. Oggi stessa sorte toccherà al macello, una struttura edificata alla fine del 1800, per essere utilizzata proprio come macello degli animali destinati alla cucina, fu chiusa negli anni ottanta durante l’Amministrazione dell’ex primo cittadino Antonio Manno. Allora, infatti, la sua dislocazione, su quella che poi è diventata viale Europa, divenne inopportuna perché troppo vicina al centro abitato, una chiusura che portò anche alcuni dipendenti a restare senza lavoro. Da allora negli anni è stato simbolo del degrado cittadino, prima divenne un centro sociale occupato, fino a quando un incendio non costrinse i ragazzi a rinunciare a quella sede, e poi affidato all’Amav che l’ha riempito di robacce inutili. Oggi si avvia al suo recupero.
FOTO DI CIRO COLOMBRINO
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