SANT’ANASTASIA. Multe salate per chi non rispetta l’ambiente e il vivere civile in una comunità, il Comune, attualmente commissariato, sta mettendo con le spalle al muro chi non esegue una corretta raccolta differenziata.
Polizia municipale e guardie ambientali stanno realizzando un programma di controllo sul territorio anastasiano per monitorare i cittadini al fine di far rispettare la norma in oggetto. Ad oggi sono già scoccate le prime ammende, dalla somma di 100 euro (come da ordinanza sindacale), per chi non ha riposto nei giorni stabiliti, la giusta differenziazione dei rifiuti e per chi ha raccolto tutte le tipologie di frazione unitamente senza compiere la giusta divisione dei rifiuti organici dai materiali riciclabili a quelli non riciclabili.
La sanzione è stata e sarà fatta non a carico di un intero stabile ma della singola famiglia che viene trovata nell’irregolarità, in base al materiale rilevato nell’immondizia riconducibile al soggetto che ha commesso l’illecito. Purtroppo le zone attualmente interessate dove sono state elevate le pene pecuniarie sono state quella del boschetto, di via Primicerio, di via Regina Margherita e di via Marconi. Il comandante della polizia municipale si è detto soddisfatto per i primi interventi: “Nonostante gli sforzi costanti profusi, non sempre è facile scoprire i trasgressori – commenta il comandante – una cosa è certa: certe condotte esecrabili non possono essere tollerate in un paese civile. D’altro canto è da precisarsi che la maggioranza dei cittadini osserva in pieno la raccolta differenziata”.
L’intera operazione, naturalmente ha trovato l’appoggio e il sostegno del commissario prefettizio Anna Nigro e del sub commissario Giuseppe Amore che si sono detti soddisfatti dell’operato della polizia municipale e delle guardie ambientali, e la necessità di guidare la cittadinanza alla legalità e al rispetto dell’operato delle suddette forze che si adoperano per il bene del paese. Infine si sono complimentati con i cittadini ligi al dovere perché una buona raccolta differenziata non solo è una buona norma per il vivere civile ma abbatte anche i costi elevati che il Comune deve far fronte.
Il paradosso purtroppo è che non tutti sanno che Napoli è stata la prima città d’Italia ad inventare la raccolta differenziata nel lontano 1832. Ferdinando II di Borbone emana una legge sulla differenziazione dei rifiuti e obbliga i sudditi non solo a tenere pulita la strada davanti casa e usa testuali parole: “l’avvertenza di ammonticchiare le immondezze al lato delle rispettive abitazioni e di separarne tutt’i frantumi di cristallo o vetro che troveranno riponendoli in un cumulo a parte” la sanzione dell’epoca non era il pagare una somma ma c’era addirittura l’arresto, quindi se con decreto borbonico nel 1832 si rispettava la raccolta differenziata perché non farlo nel 2014.
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