giovedì 19 Settembre 2024
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Sant’Anastasia, La Destra ha voglia di “Discontinuità”

Sant’Anastasia. “Ed alla fine la montagna partorì il topolino”. Alla conferenza stampa di ieri de la Destra di Sant’Anastasia chi si aspettava il clamoroso colpo di scena, come paventato in un comunicato ufficiale precedentemente inviato agli organi di stampa, del ritiro della candidatura di Mario Gifuni dalla corsa al consiglio provinciale nel collegio 34 è rimasto deluso.Mario Gifuni continuerà la sua campagna elettorale nel suo collegio. Così quella di ieri è stata l’occasione per presentarlo e per presentarne il programma. Innanzitutto va detto che la volontà della sezione anastasiana del La Destra è quella di fare una campagna elettorale sobria ed in economia. Via lustrini e pomposità dentro carattere e programmi. “O cambiamo la politica o essa cambierà noi”. Il primo a far capire che aria tira è Mario Merone, presedente del Circolo. “Noi fuori da An perché sfruttati. Non avevamo ne visibilità ne tantomeno parola. E siamo contenti di questa scelta perché così potremmo fare in modo che Sant’Anastasia cresca”. Crescere ottenendo un seggio. “E’ fattibile- dice Felice Manfellotto- visto che, secondo i nostri dati, con 28000 voti e poco più di 2000 nel collegio otteniamo il seggio”. Seggio su cui bisogna lavorare evitando “False e facili illusioni ai cittadini come i posti di lavoro all’Alenia, che qualcuno (si vocifera che il personaggio in questione sia il candidato presidente di una lista di sinistra n.d.r.) offre ai giovani”.
Terminata la presentazione, nella quale è stata annunciata l’aggregazione al partito di Raffaele Mascolo direttamente dal direttivo di An, la parola è passata a Mario Gifuni il quale ha subito messo in chiaro che lui è “La discontinuità politica sul territorio”. E’ stato un fiume in piena l’ex aennino. A finire nel mirino soprattutto l’attuale amministrazione. “Le candidature istituzionali sono scorrette. Voglio qui denunciare l’immobilismo del vicesindaco e dell’assessore alle attività produttive”. Difatti, paradossalmente, è stato “Il sindaco di Pollena Francesco Pinto a raccogliere la nostra proposta sui piani produttivi e ad attuarla”. Poi Mario Gifuni, con impeto a dire il vero, fa una panoramica sul suo programma elettorale partendo da un presupposto: “Le province andrebbero abolite” e considera uno “Spot elettorale” l’ipotesi accennata sia da Cesaro che da Niccolais che la Provincia di Napoli diventi città Metropolitana . Ed inoltre “Faremo una seria e profonda riflessione sulla questione morale dei soldi pubblici cominciando con la proposta di eliminare le auto blu provinciali”. Sul fatto che i piccoli partiti (tra i quali La Destra) abbiano mal digerito la soglia minima di rappresentanza del 4 er cento alle europee, ottenendo però la soglia del 2 per cento per ciò che concerne i finanziamenti pubblici, la risposta è stata presto data “Noi non abbiamo bisogno di quei soldi che potrebbero essere spesi in ben altro modo”. Il programma segue la rotta dell’esiguità di competenze che la provincia ha nel suo paniere. “Un’edilizia scolastica ecosostenibile con impianti fotovoltaici per il risparmio sia economico che energetico”.
Sul paradossale programma d’insediamento di nuove imprese sul territorio, a dispetto del fatto che l’area vesuviana sia zona rossa rischio Vesuvio, c’è un originalità di concezione “Lavoreremo per fare in modo di impiantare nuovo imprese nella nostra area cercando di svuotarla soprattutto dell’affluenza residenziale”. La stoccatina agli immigrati non poteva mancare: “Evitando naturalmente che il nostro posto venga occupato dagli extra-comunitari”.
Anche l’associazionismo finisce nel tritacarne del La Destra: “Viviamo in un mondo in cui la politica non vuole menti pensanti e di conseguenza gli unici stimoli alla creazioni di Onlus sono solo di derivazione economico clientelare”. Chiusura con i giovani “Il nostro sforzo sarà quello di mettere a loro disposizione quante più strutture aggregative possibili”. Sante parole in attesa della “Discontinuità, Discontinuità, Discontinuità

Gaetano Di Matteo

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