SANT’ANASTASIA – Di seguito pubblichiamo la lettera scritta da Carmen Esposito, consigliera comunale capo gruppo Sant’Anastasia al Centro e già assessore alle politiche sociali alla mamma che ha abbandonato a Sant’Anastasia il bimbo che poi i medici dell’ospedale Apicella hanno chiamato Salvatore. Il bambino sta benissimo ed è ancora nel reparto neonatologia.
Carissima,
io non so tu chi sia ma è bene che ti dica subito chi sono io. Non faccio parte della categoria delle mamme. Sono solo una donna.
Ho davanti il giornale di oggi – parla ancora di tuo figlio – parla ancora di te.
Ti confesso che ho le lacrime agli occhi.: piango per il piccolo Salvatore che ignaro di ciò che succede e amato da tutti, cresce ed aspetta che la sua mamma lo stringa al petto. Lui ancora no sa che chi lo stringerà al petto, chi lo abbraccerà, chi lo aiuterà a muovere i primi passi non sarai tu.
E piango soprattutto per te.
Ho deciso di scriverti per salutarti – per abbracciarti – con una fortissima emozione.
Ho molte cose da dirti – emozioni e sentimenti da trasmetterti – voglio assumere nei tuoi confronti l’atteggiamento di una mamma, quella Mamma che tu forse neppure hai mai avuto.
Hai generato un figlio: è un evento stupendo e speciale nella vita di una donna: è il miracolo della vita che si perpetua; per te è staro un evento tremendo.
Salvatore è tuo figlio – riprenditelo – ti appartiene – non farti più del male!
Non farti più male di quanto già ti sia stato fatto, perchè solo una persona ferita, una persona che non ha mai ricevuto Amore, una persona a cui è stato fatto del male commette un gesto così innaturale.
Abbandonare un figlio è un atto terribile e solo una fortissima disperazione può forse “giustificare” un dramma così grande.
In questi sette giorni ho cercato mille volte di immaginarti.
Io ti immagino giovane – sola – disperata.
E provo ad immaginare i tuoi nove mesi di gravidanza – un’altalena di amore e di odio – di tenerezze e di risse.
Provo ad immaginare il momento in cui ti sei resa conto che una nuova vita era dentro di te- che Salvatore c’era davvero.
Magari, e solo per un momento sarà stato bellissimo – magari ti sei vista già mentre lo cullavi – mentre lo allattavi – mentre lo stringevi a te se piangeva – ma è stato un solo attimo e poi ti sei ritrovata da sola e la disperazione ti ha preso.
Chissà cosa gli bisbigliavi mentre sentivi i suoi primi movimenti – chissà cosa gli hai detto mentre gli mettevi addosso quella tutina con i pupazzini. Sono certa che gli hai detto l’amavi. Ma lui lo saprà mai?
Il piccolo Salvatore sta bene. Ma qual’è il suo vero nome? Tu nel tuo cuore come l’ hai chiamato? Sono certa che un nome glielo avrai pure dato. Se gli hai comprato una tutina con i pupazzini, se l’hai tenuto con te per nove mesi, un nome glielo avrai dato o lo hai chiamato sempre solo Amore?
E tu come stai?
Io mi chiedo se hai già realizzato quello che è successo ed è per questo che voglio solo dirti che la disperazione che ti ha spinto ad abbandonare tuo figlio è niente rispetto a quella che per una vita intera ti accompagnerà; ed è per questo che come donna ti imploro: Riprenditi tuo figlio!
E’ un grosso atto di coraggio quello che ti chiedo, ma sarebbe anche un grandissimo gesto d’ amore verso quel bimbo che in fondo tu non hai mai voluto eliminare e che la disperazione ti ha spinto ad abbandonare.
Riprenditelo – Noi tutti ti saremmo vicino.
Nella mia grande casa manca un bimbo.
Potresti vivere con tuo figlio presso di me per il tempo che vorrai – per sempre se vorrai.
Sarei per te una sorella maggiore (credo tu non ne abbia) e il piccolo avrebbe anche una nonna.
Sarebbe la fine del tuo dramma – ma avresti fatto felice anche me.
Io vi voglio già bene.
Carmen Esposito
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