COMUNICATO STAMPA del 17 marzo 2011 – Ufficio Stampa: Anna Maria Romano
SANT’ANASTASIA. Ad esprimersi il prefetto di Napoli Andrea De Martino, intervenendo ieri sera nel Teatro Metropolitan di Sant’Anastasia durante la Festa del tricolore voluta dal sindaco Carmine Esposito per i 150 anni dell’Unità d’Italia, e, organizzata dal direttore artistico per il Bicentenario del comune vesuviano Luigi De Simone.
La Carta fondamentale dello Stato, nella prima parte, «raccoglie dei veri tesori», come quando stabilisce che «l’Italia è una Repubblica, una e indivisibile» per «chiudere all’art. 12 con le disposizioni sul tricolore».
De Martino ha salutato i cittadini e le istituzioni locali con un «grazie a tutta Sant’Anastasia e soprattutto al sindaco che ha voluto fermarsi per riflettere» sul valore dell’Unità.
La manifestazione era stata preceduta da un corteo di cittadini ed associazioni, con la presenza delle massime istituzioni locali (rappresentanti della giunta e consiglieri comunali di maggioranza e opposizione) e provinciali tra cui il colonnello Mario Cinque che guida il Comando Provinciale di Napoli; il capitano Michele D’Agosto, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Castel Cisterna; il maresciallo Fernando De Solda, a capo della locale stazione dei carabinieri, Fabrizio Palladino, comandante della Polizia Municipale.
Un tricolore lungo 20 metri, tenuto disteso dai volontari della Protezione civile locale, ha aperto la sfilata dispiegatasi da piazza Siano lungo il centro cittadino fino all’ingresso nel teatro. «La festa della bandiera -ha solennizzato il primo cittadino- deve servire come segnale forte ai detrattori dell’Unità d’Italia e ai rumorosi inseguitori di altri vessilli».
Ha poi promesso «nel corso di quest’anno di far rivivere non solo i momenti esaltanti e gloriosi dell’Unità d’Italia, ma anche aprire quelle pagine meno conosciute del Risorgimento che hanno visto come protagonisti uomini del Sud, ingiustamente dimenticati, che hanno combattuto inseguendo altri ideali e credendo in altri vessilli».
«Il momento della celebrazione -ha proseguito Esposito- può essere l’occasione per un confronto, serio e senza pregiudizi, sull’Italia e sul nostro Meridione, un tempo scrigno indiscusso di grandi primati». E ha concluso riportando un passo del primo presidente della Repubblica, il partenopeo Enrico De Nicola, che nel 1947, in occasione del 150° anniversario della nascita della nostra bandiera nazionale, disse:
“I partiti sono necessari, i dissensi inevitabili, le lotte politiche feconde. Ma ad un patto: al disopra di ogni partito, al di là di ogni dissenso, il senso della patria, la coscienza dell’unità nazionale permangano e sovrastino. Ogni disputa è possibile (..), purché nei punti essenziali, nei momenti supremi si avverta il limite oltre il quale la contesa offende la patria, si intuisca l’interesse nazionale che occorre rispettare”.
La serata si è conclusa dopo i momenti evocativi della storia unitaria proposti dall’Associazione culturale “I Giocondi” e con la partecipazione degli attori Arnolfo Petri e Dora Celeste Amato. Il finale è stato affidato al concerto vocale e strumentale diretto dal maestro Franco Visone. Primo violino: Luigi Salvati. Applausi a scena aperta per il tenore anastasiano Raffaele Abete e la giovane soprano Rosalba Eroico.
Ufficio Stampa: Anna Maria Romano
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