Sant’Anastasia . Nove, undici ed uno. Numeri buoni da giocare al lotto (visti i risultati della vincita ottenuta con quelli della bocciatura del Bilancio) ma soprattutto i numeri che rispecchiano l’attuale maggioranza del sindaco Carmine Pone. Quella di ieri è stata una seduta paradossale, dove non sono mancati nervosismi. Come se nulla fosse, i consiglieri del Pdl hanno votato lo strumento contabile e il Piano triennale delle opere pubbliche che avevano bocciato il 4 giugno. “Senza che sia cambiata una sola virgola”, ha fatto notare Pasquale Granata, consigliere comunale del Pd. Ma per l’esponente moderato, c’è di più. “I revisori dei conti non avevano dato il parere favorevole”, ha spiegato Granata, “e in più segnalavano 293 mila di debiti per i quali non è stato preso alcun provvedimento. Votare il Bilancio senza tenerne conto è un errore”. Eppure nonostante questa segnalazione 11 consiglieri l’hanno approvato, la minoranza no con l’astensione del presidente del consiglio, Raffaele Abete. A giustificare il cambio di idea sul Bilancio è stato Alfonso Gifuni (Pdl), a nome anche dei consiglieri Vincenzo Ceriello e Vittorio Piccolo. “Prima dell’accidente che ci è accorso (riferendosi alla possibilità ricevuta dopo la diffida del prefetto di ripetere il consiglio, ndr) la nostra maggioranza era ibrida”, ha spiegato, “c’era una parte del centrosinistra che, seppure potendo, non ci mandava a casa. Poi la situazione è cambiata con l’entrata dell’appoggio di De Mita (l’entrata in maggioranza di Mauro Beneduce, ndr), ma continuavamo a comportarci come quando non avevamo i numeri per governare. Occorreva un atto politico forte che portasse alle estreme conseguenze. Quale è stato il voto contrario. La maggioranza è quella che maturerà in questo consiglio ed è ovvio che sarà più politica”. Ad agevolare le trattative degli ultimi giorni anche il fatto che il sindaco Carmine Pone si sia presentato con la giunta azzerata. Nello spiegare le sue scelte, Pone ha parlato anche della passata amministrazione, citando “capibastione” e la possibilità di “bonifiche” che hanno fatto adirare non poco la minoranza, gli hanno replicato Granata, Antonio Dobellini (Pd) e Carmine Capuano (Socialisti democratici per Napoli). “La bonifica lasciala fare agli elettori”, ha detto Dobellini, “Noi come minoranza facciamo il nostro dovere di controllare il tuo operato, non credo che con questa seduta risolverai i problemi interni alla tua maggioranza, mi auguro che comincerai anche ad interessarsi ai disagi della città”. “Non mi è piaciuto che ti abbia apostrofato chi ti ha preceduto come capibastione”, ha dichiarato Capuano, “in un momento delicato come questo sarebbe stato il caso che tu facessi interventi diversi. In politica nessuno può di essere il depositario della verità. Non si può dire tutto ed il contrario di tutto come avete fatto voi. Non si può dire che vi abbiamo lasciato soltanto macerie quando poi nei fatti le uniche cose che state facendo sono quelle programmate e finanziate dalla precedente amministrazione”. A far notare le incongruenze del comportamento della maggioranza che era spaccata anche l’ex sindaco, ora consigliere comunale di opposizione, Enzo Iervolino. “Quando eravamo noi a governare ci dicevi in continuazione di andarcene (rivolgendosi a Salvatore Manfellotti, Pdl, ndr) oggi che fai, ti dici da solo rimaniamo? State votando lo stesso Bilancio e lo stesso Piano opere pubbliche che avevate bocciato, ma se non parlate ora quando parlerete?”. A spiegare l’atteggiamento dell’Udc, ci ha pensato Mauro Beneduce:“L’Udc non fa parte né del centrodestra né del centrosinistra. La nostra collocazione politica è da costruire, guarderemo al consiglio con attenzione. Se Il sindaco e la maggioranza ci permetteranno di esprimere le nostre idee i nostri valori allora potremo lavorare insieme”. Da qui il voto favorevole.
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