sabato 23 Novembre 2024
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Sanremo, la nostra pagella

Malika Ayane – “Ricomincio da qui”: brano di qualità per un’artista raffinata dalla voce suadente e coinvolgente. Voto 8

Arisa – “Malamorenò”: la bravissima interprete di “Sincerità” ci riprova con un brano estremamente gradevole e accattivante che parla di futuro e salvaguardia dell’ambiente con un’atmosfera retrò stile anni ’30. Coraggiosa la scelta di farsi accompagnare dalle drag queen Sorelle Marinetti. Voto 10

Simone Cristicchi – “Meno male”: dopo la vittoria del 2007 il giovane folletto si ripresenta al festival con un brano-filastrocca geniale e ben costruito, dal ritmo incalzante e dal testo tagliente, realizzato su misura per fare a pezzi i vizi del jet set. Ottima interpretazione. Voto 9

Toto Cutugno – “Aeroplani”: il Toto nazionale ci riprova (ma era proprio il caso?) con un brano che più nazional-popolare non si può, dalla melodia presumibile, scontata. Come se non bastasse riesce a stonare alla perfezione. Voto 4

Nino D’Angelo e Maria Nazionale – “Jammo jà”: unico brano dialettale in gara a metà strada tra visioni retoriche e oleografiche e influenze etniche molto pregevoli e interessanti. Voto 6

Irene Fornaciari e i Nomadi – “Il mondo piange”: una dignitosa figlia d’arte accompagnata da una band storica e d’eccezione si esibisce con un’ottima interpretazione in uno dei migliori brani presenti in gara. Voto 9

Irene Grandi – “La cometa di Halley”: brano molto interessante eseguito in perfetto stile rocker con ottima presenza scenica. Voto 8

Marco Mengoni – “Credimi ancora”: il talentuoso giovane, vincitore di X-factor, si presenta al festival con un brano non certo dei migliori ma impreziosito dalla sua particolare vocalità e padronanza del palco. Voto 7

Fabrizio Moro – “Non è una canzone”: il giovane artista romano si esibisce con un piacevole brano reggae in cui dà sfogo alla sua voglia di svincolarsi dai cliché imposti dal sistema. Dignitoso. Voto 8

Noemi – “Per tutta la vita”: bel pezzo, valorizzato dall’ottima interpretazione blues e passionale della giovane e valida artista. Voto 8

Povia – “La verità”: indecifrabile tra il suo essere perbenista e ribelle, Povia partecipa al festival con un brano incentrato sulla drammatica vicenda di Eluana Englaro. Buono il testo, orecchiabile il motivo. Voto 7

Pupo, Emanuele Filiberto, Luca Canonici – “Italia amore mio”: accolti da fischi sonori i tre dell’apocalisse (il quarto si è defilato dallo scempio) danno il meglio del loro essere trash con un brano patetico per testo e melodia che supera il limite del grottesco nella frase relativa alla mancanza di colpe del principino. Voto 2

Enrico Ruggeri – “La notte delle fate”: brano interessante e tipico del repertorio di Ruggeri con una melodia indovinata, abilmente arrangiata ed eseguita dalla grande orchestra della Rai, impeccabilmente diretta dalla bravissima Andrea Mirò. Voto 8

Valerio Scanu – “Per tutte le volte che”: un interprete (?) intonato ma prevedibile che si esibisce con un brano brutto e ripetitivo. Voto 3

Sonohra – “Baby”: i fratelli Fainello si cimentano con un rock un po’ scontato e lo fanno mediante un brano senza infamia e senza lode. Voto 5

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