San Giuseppe Vesuviano. Controlli a tappeto sull’intero territorio contro lo sfruttamento della manodopera clandestina. Un operazione messa in campo da circa cento uomini e mezzi dislocati sul tutto il versante dell’hinterland vesuviano, da San Giuseppe a Terzigno, passando per Striano e Boscoreale il tutto con i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata guidati dal Capitano Luca Toti, insieme a colleghi del Battaglione Campania e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Napoli con il supporto quinto reggimento “Aosta” di Messina ed infine dell’Esercito Italiano, che in meno di due giorni hanno effettuato controlli per il contrastoallo sfruttamento della manodopera clandestina, del lavoro nero e della contraffazione di marchi su opere o prodotti industriali. Un intensa attività di servizio che ha cosi regalato un bilancio più che positivo per gli uomini della benemerita. Lo schieramento delle forze dell’ordine hanno controllato circa sette opifici, quattro dei quali sono stati sequestrati per mancanza di requisiti in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di
lavoro, hanno sequestrato 38 macchine per cucire e 700 supporti ottici privi
del bollino Siae. Inoltre hanno denunciato in stato di libertà undici persone, i quattro titolari di aziende che avevano tratto profitto dalla condizione di illegalità di stranieri favorendone la permanenza sul territorio italiano e per violazioni agli obblighi del datore di lavoro ovvero un impianto elettrico non a norma, attrezzature sprovviste dei previsti dispositivi di sicurezza, mancata nomina del responsabile del servizio prevenzione e protezione. Inoltre nello stesso contesto sono stati denunciati i due titolari di un esercizio commerciale per la vendita di prodotti musicali, per ricettazione e violazione della legge a tutela dei diritti d’autore. Infine sette stranieri che hanno omesso o non erano in grado di esibire passaporto, permesso di soggiorno o altro documento equipollente. Un operazione partita due giorni fa e che si è intensificata proprio ieri mattina quando i carabinieri hanno deciso di passare al setaccio tutti gli opifici e le aziende che erano state precedentemente controllate. Hanno bussato due volte e il risultato non è cambiato. Hanno ritrovato quei clandestini sempre a cucire in scarse condizioni igienico sanitarie, senza una collocazione lavorativa legale e soprattutto sfruttati al peggio senza essere ripagati dello sforzo reale e del lavoro messo in campo. Una pratica questa senza dubbio ormai consueta e diffusa nel vesuviano come in tutto il territorio dove la manodopera clandestina ormai ne fa da padrona.
Giovanna Salvati
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