sabato 21 Settembre 2024
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San Giuseppe Vesuviano/Ottaviano. Omicidio Pizza: 15 anni per Marigliano. Chiesti 16 anni per il suo complice

San Giuseppe Vesuviano. Omicidio Pizza: condanna in primo grado a 15 anni per Luca Marigliano. Chiesti 16 anni invece per il complice Giuseppe Casillo. Un processo lungo, le difficoltà della difesa e l’attesa della famiglia che chiede “verità”. E’ solo il primo sigillo sul caso dell’omicidio di Giuseppe Pizza, il 28enne di Piazzolla di Nola ucciso brutalmente con una coltellata dritta al cuore per un banale disguido dovuto alla viabilità. Di certo l’esito non riporterà in vita il giovane ma almeno la chiarezza di quello che fu servirà a dare rassegnazione e giustizia al suo delitto. Si è infatti concluso il primo iter giudiziario proprio nei giorni scorsi che vede serrare un primo capitolo soprattutto per uno dei due indagati, Luca Marigliano che ha visto recapitarsi, con l’accusa di colpevole, la condanna a 15 anni seppur con rito abbreviato. La tesi portata avanti dalla difesa, l’avvocato Luca Capasso, ovvero di aver agito per legittima difesa, non è stata sufficiente per il pm la dottoressa Ilda Iadanza che ha condotto le indagini, e cosi la decisione del giudice che ha respinto le tesi dell’avvocato Capasso condannando il suo assistito, in primo grado alla dura pena. Per lui, ospite nel carcere di Nisida per minori, ora trasferimento nel carcere di Poggioreale, e attesa di quelle che saranno le scelte della difesa. Senza dubbio la mano omicida, le assurde motivazioni che hanno portato a tanto e soprattutto il volto reo,sembrano già aver chiuso un importante capitolo di questa assurda vicenda. Sorte invece ancora da decidere per l’altro complice, Giuseppe Casillo che quella notte si trovava alla guida della Smart:a difenderlo è l’avvocato Enrico Ranieri e per lui da parte del pm della Procura di Nola la dottoressa Carla Bianco la condanna a 16 anni con l’aggravante di aver commesso il reato in concorso con il minorenne, decisione ora che però passa al Gup di Nola che si pronuncierà nei prossimi giorni. Ma la mente nel frattempo scorre a quella notte del 18 ottobre del 2010 quando la giovane vittima riversa in una pozza di sangue, fu ritrovata in via Croce Rossa. Il corpo era quello di Giuseppe Pizza, un giovane che per uno stupido disguido fini sotto le mani omicide che ne cancellarono la sua esistenza. Da quella notte tutto cambiò. A rimboccarsi le maniche furono i carabinieri del Nucleo Operativo di Torre Annunziata coordinati dal Capitano Luca Toti, che ritornarono sul luogo del delitto spulciando ogni punto di quella maledetta strada, via Croce Rossa,in cerca di qualche traccia. Qualcuno aveva visto ma l’omertà ne faceva da padrone. Nonostante tutto gli uomini del Capitano Toti decisero di sottoporre i primi fermi: sei ragazzi furono ascoltati tra questi, due finirono nel registro degli indagati. E’ il 24 Novembre, mentre la famiglia cerca la rassegnazione e si culla nel dolore, lui il primo indagato, Giuseppe Casillo 19 anni, residente a San Giuseppe “figlio di buona famiglia” finisce in carcere. Per lui l’accusa è quella di concorso in omicidio. Dopo nemmeno 24 ore ecco la decisione dei carabinieri di effettuare un nuovo fermo. Questa volta a finire in manette è un minorenne. Ebbene si, Luca Marigliano residente a San Gennarello all’epoca dei fatti aveva 17anni ma è stato la sua mano ad infliggere le incessanti coltellate al giovane Pizza. Di quel caso ancora una cosa però manca: l’arma del delitto, e l’amarezza per un crimine che tuttora fa vergognare e riflettere.

Giovanna Salvati

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