venerdì 20 Settembre 2024
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San Giuseppe Vesuviano. Comune commissariato, ecco le accuse

San Giuseppe Vesuviano. Hanno fatto ingresso ieri mattina alle ore 9,00 presso la casa municipale i “tre dell’Apocalisse” come li hanno definiti alcuni dipendenti. Stiamo parlando dei componenti della commissione straordinaria nominata dal Prefetto di Napoli Alessandro Pansa dopo la decisione del Consiglio dei ministri di sciogliere gli organi elettivi del Comune per accertate forme di condizionamento sulla vita amministrativa da parte della criminalità organizzata. Accuse che vanno dalla gestione di appalti pubblici e rifiuti a controlli su licenze di costruzione edilizia. Un dossier di circa 250 pagine alla cui base sembrano esserci rapporti di rappresentanti dell’amministrazione comunale con esponenti di spicco del clan Fabbrocino.Un terremoto che ha cosi fatto crollare in un pochi istanti il “castello toniniano” e con lui cadere lo slogan ormai diventato un vero e proprio tormentone “qui la camorra non c’è”, risposta costante che in ogni occasione l’ex sindaco non ha mai smesso di sbandierare. Ed ora lo scenario cambia. A prendere possesso della casa municipale tre personalità di rilievo che dovranno cosi coordinare l’intensa attività amministrativa.
Della commissione fanno parte il prefetto Ciro Trotta, il direttore amministrativo contabile Raffaele Barbato, in servizio presso il ministero dell´Interno e il vice prefetto Paola Spena. La proposta di scioglimento era stata avanzata sulla base delle risultanze del lavoro della commissione di accesso nominata dal prefetto Pansa e che ha operato nel centro vesuviano dal febbraio al luglio scorso. Cinque mesi di lunga attività al cui vaglio sono passati numerosi atti, documenti e interi fascicoli che hanno cosi fatto emergere numerose anomalie. Tra le motivazioni che hanno spinto il ministro Maroni ad ordinare lo scioglimento immediato del consiglio comunale ci sarebbero “appalti pilotati, soprattutto nel settore dei rifiuti, licenze commerciali rilasciate agli amici dei clan, funzionari comunali al servizio della collettività criminale, amministratori collusi”. In modo particolare parte della documentazione prodotta nel settore commercio, licenze per aperture di negozi, permessi straordinari tutto a favore di parenti, amici, e amici di amici. Un modus operandi oltre il limite della legalità a cui si aggiungono appalti pubblici pilotati e in modo particolare nell’edilizia scolastica. Un dossier di circa 250 pagine tra le quali compare anche la variante del piano industriale, novità mai emersa fino ad ora. Senza dubbio tra queste quella che più crea scalpore è il fabbricato del cognato di Franco Ambrosio, boss del clan Fabbrocino, che non sarebbe mai stato sottoposto a controlli, sebbene sia stata raddoppiata la volumetria per cui era stato richiesto il condono edilizio, il tutto con un appunto finale che riporrebbe il totale di 1154 abusi accertati. Il tutto a pochi metri dalla casa municipale dove si aggiunge la villa della consuocera di Mario Fabbrocino alla quale, “a distanza di cinque anni dal primo sequestro, è stata consentita, ancora abusivamente e con violazione dei sigilli, la realizzazione di una piscina di 110 metri quadrati e di una volumetria nuova di circa 210 metri cubi, per un volume abusivo complessivo di 2 mila metri quadrati circa”. Ma nel frattempo l’ex amministratore Antonio Agostino Ambrosio continua a dichiararsi sereno “Rispettiamo la decisione del Ministero dell’Interno, Antonio Agostino Ambrosio, ho già mosso i miei legali e presenteremo il ricorso al Tar. Soltanto dopo la decisione dei giudici del Primo Grado e del Consiglio di Stato, ne riparleremo”.Non si scompone più di tanto al contrario sembra del tutto ottimista e conclude “ voglio solo ricordarvi che proprio ieri mattina è stato reintegrato il sindaco di Villa Literno”. Subito in città sono scattate le reazioni da parte di più fazioni politiche tra queste, dopo quelle del consigliere Vincenzo Catapano, forti ed incisive quelle del capogruppo del Partito Democratico Dora Frnazese che ha cosi commentato “ ho cercato di porre un’argine alla dilagante arroganza dell’amministrazione Ambrosio in più occasioni,oggi la nostra comunità ha subito una grave offesa,totalmente imputabile alla maggioranza che sostiene Ambrosio, sono dell’opinione che adesso la cosa migliore sia abbassare i toni ed attendere che la giustizia faccia il suo corso”. “Auspico che i commissari azzerino tutti gli incarichi dati ad Intuitu Personam e tutte le nomine fatte dal sindaco in totale autonomia dal consiglio comunale,se non altro per non tirare nel fango gli attuali dirigenti sulla cui professionalità non si discute”. Insomma obiettivo trasparenza, riconquista del pacchetto trasparenza per garantire una maggiore gestione della cosa pubblica in modo pulito. Nel frattempo tra qualche giorno l’allegato redazionale ufficiale delle precise motivazioni di scioglimento.
Giovanna Salvati

Giovanna Salvati

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