SAN GIORGIO A CREMANO. “Il Circo della vita”, l’appuntamento è per questa sera alle 19, nella biblioteca comunale di villa Bruno. L’opera per la regia di Ciro Pellegrino, con Gabriele, Giorgio, Giulio, Luigi, Maria, Nicola, Raffaele, Rosaria, utenti del centro diurno “La tela di Penelope” della Unità Operativa Salute Mentale di Ercolano, dell’Asl Napoli 3 Sud, in collaborazione con la cooperativa sociale “Il Faro”. L’attività rientra nelle iniziative dell’associazione Lineadarco dell’assessorato alla biblioteca guidato da Michele Carbone.
Il progetto teatrale “Il circo della vita”, nasce da un lavoro sull’importanza del recupero della “memoria/ricordo”. La memoria, nel progetto generale, viene utilizzata come strumento per attingere risorse funzionali del passato e riporle nel presente. Il testo è una raccolta di storie vissute che ogni partecipante, spontaneamente, ha ritrovato nella memoria (ricordato) e messo a disposizione degli altri (condiviso). Come dei clown, i racconti si susseguono senza sosta, in un esibizione circense e avvolte in una spirale di speranza le storie si consumano, dando spazio a nuove visioni di se stessi, liberando gli attori da ciò che li tiene incatenati, per affermare il proprio volere: “Io vorrei: io voglio”.
“Il centro diurno di riabilitazione del Distretto di Ercolano, ASL NA 3 SUD, svolge dal dicembre 2001 attività di riabilitazione psico-sociale, sulla base del lavoro di operatori dipendenti e di operatori appartenenti a cooperative sociali – dichiara Carlo Amati, responsabile del centro diurno – assicurando una continuità nel corso degli anni, è stato delineato e realizzato un itinerario ragionato di azioni riabilitative, in grado di creare occasioni terapeutiche attraverso la fruizione di percorsi comuni, di operatori e utenti, che hanno posto le basi per una “didattica attiva” delle emozioni e delle sensazioni, dell’espressività e della creatività.
Le attività si sono espletate e si espletano grazie alla realizzazione di laboratori, intesi nel senso di officine, quali luoghi fisici e mentali nei quali più persone esercitano un’arte o un mestiere senza gerarchie, ma grazie all’integrazione con maestri di esperienza, in grado di trasmettere e comunicare non solo gli elementi della cultura materiale ma, anche, il proprio vissuto umano.
Grazie anche a queste persone qualificate, con la dedizione degli operatori interni costantemente accanto agli utenti, sono state “cucite” le diverse esperienze riabilitative per il raggiungimento degli obiettivi terapeutici prefissati per i diversi utenti. Le attività svolte, che ogni anno sono state diversamente strutturate attraverso l’organizzazione di officine-laboratorio, relative ad altrettante attività-stimolo, sono riassumibili in: Officina della espressività; Officina della manualità creativa; Officina della fisicità corporea; Officina della cultura, del gioco e dell’aggregazione. In pratica, è un continuo work in progress”.
La redazione
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