SAN GIUSEPPE VESUVIANO. Scoperta e sgominata una banda di ladri che agivano in appartamenti e aziende agricole (tutti cittadini romeni) ed i loro ricettatori italiani.
Questa mattina i carabinieri della Compagnia di Lagonegro (Potenza) in collaborazione con i colleghi delle Compagnia di Nola e Torre Annunziata hanno eseguito 11 misure cautelari disposte dal Gip del tribunale potentino Vittorio Del Sorbo. I militari (agli ordini del capitano Luigi Salvati) hanno notificato sette ordinanze a persone già detenute (furono arrestati il 7 febbraio nell’ambito di questa indagine partita lo scorso settembre e coordinata dal pm Vittorio Russo), ne hanno eseguite altre cinque (compresa una che comporta l’obbligo di firma) e stanno cercando sei componenti della banda al momento irrintracciabili. Le accuse sono quelle di associazione per delinquere finalizzata ai furti e ricettazione. In carcere sono finiti Vasile Stefan Mutuiliga residente a San Giuseppe Vesuviano, Aldo Vanese, San Giuseppe Vesuviano, 47 anni, Raffaele Cammarota 66 anni di Castellammare di Stabia, Francesco Annunziata, 44 anni di San Gennaro Vesuviano, mentre per Francesco Scudieri 53 anni di Ottaviano è stato disposto l’obbligo di firma.
Nel corso delle indagini, cominciate sei mesi fa, i carabinieri sono riusciti a ricostruire circa 100 colpi eseguiti tra il potentino, il salernitano e poi l’area casertana (Vairano Scalo e Maddaloni) e il vesuviano. La banda di romeni si era specializzata nel compiere furti “in serie”, anche nella stessa notte, in case di campagna, aziende agricole e industriali in Basilicata, ma da lì si erano spostati in Campania finendo anche nel Lazio ed in Emilia-Romagna. Principale obiettivo dei ladri, in particolare nelle aziende industriali, era il rame e a volte per prenderne anche un piccolo quantitativo finivano per fare danni economici maggiori, rendendo inutilizzabili celle frigo che costavano svariate migliaia di euro. Quando non trovavano il rame portavano via di tutto: dai soldi agli oggetti preziosi, dalle attrezzature al gasolio. La merce veniva poi rivenduta, appunto, in provincia di Napoli con l’ausilio dei ricettatori arrestati stamattina. Le indagini sono cominciate da un colpo messo a segno a settembre 2013 proprio a Lagonegro, con il lavoro di intelligence i militari del capitano Salvati sono riusciti a ricostruire il modo di operare della banda. I ladri si muovevano velocemente, a bordo di auto di grossa cilindrata, per rubare in zone diverse nella stessa notte. Le indagini però continuano, sembra che la stessa banda abbia agito anche in altre nazioni europee.
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