Sant’Anastasia. Riceviamo e pubblichiamo nota stampa di “Una città in salute”.
E pure a questo giro la questua è bella che servita. Pensate che siamo in anticipo con il periodo pasquale. Parecchio in anticipo. Ma è piuttosto evidente che la processione di chi si presenta col piattino in mano ai piedi del primo cittadino si è già avviata.
Che dire, in questo manifesto (volutamente censurato) si cerca, in maniera faziosa e menzognera, di farsi spazio in amministrazione senza alcuna programmazione o idea. Malgrado ciò, si chiede sfacciatamente un posto in prima fila pur di raccogliere qualche misera briciola. Insomma, stiamo assistendo a un lunghissimo e interminabile funerale della politica.
Nello stesso manifesto si afferma che il sindaco avverte solitudine, e che sia addirittura accerchiato
da incompetenti, sia per quanto riguarda la macchina comunale che per la squadra di fedelissimi che
lo segue. Proprio su quest’ultimo passaggio mai giudizio fu più miope, ingrato e sommario.
L’assessore all’igiene urbana, ad esempio, a dispetto della sua giovane età, sta lavorando piuttosto
bene. Additare sempre altri quali responsabili degli scempi che ci circondano è la trovata più
comoda nonché furba che possa esserci.
Noi siamo convinti che la realtà dei fatti sia da ricercare altrove. Il Sindaco ha deciso in prima
persona di essere un uomo solo al comando, un “one man show” per dirla all’americana. Fin
dall’inizio del suo insediamento, così come gli assessori, ha stabilito che qualsiasi tipo di dialogo o
contributo venisse dall’opposizione andasse cestinato.
Tra le righe dell’infausto manifesto si mente addirittura sull’atteggiamento politico del Partito
Democratico, che con alto senso delle istituzioni non si è mai messo di traverso. Ma ne parleranno
loro, sanno bene come difendersi dalle bugie.
Attraverso questo nostro comunicato avvertiamo il dovere di sottolineare i segnali di disponibilità
lanciati all’amministrazione Esposito. A dimostrarlo, qualora ne fosse necessario, ci sono decine di
PEC che ne attestano il contributo che si è tentato di offrire: sociale, cultura, economia. Il nostro
impegno per la crescita della comunità anastasiana non è mai venuto meno, a dispetto delle distante
politiche. Così come accaduto durante il turno di ballottaggio, dove poche centinaia di voti hanno
fatto la differenza. Tuttavia, dobbiamo rilevare che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Il protagonismo, la smania di appuntarsi le medaglie al petto, un estenuante atteggiamento pregno
di provincialismo clientelare, questa è la pura verità.
Altro che isolazionismo.
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