DA METROPOLIS DEL 10 AGOSTO
Sant’Anastasia. Si sono ritrovati tutti davanti all’agenzia di viaggi in corso Umberto I convinti che da lì a poco avrebbero ritirato i biglietti per le tanto agognate vacanze. Quando l’attesa si è prolungata troppo si sono resi conto che l’agenzia non avrebbe aperto è che i soldi dati come caparra, in qualche caso, e come totale, in altri, erano “spariti”. Ad oggi sono decine i clienti che si sono presentati dai carabinieri di Sant’Anastasia, ma alla fine prima di presentare una denuncia formale hanno deciso di attendere la scadenza dei contratti che prevedevano (proprio per questa mattina) la partenza di alcuni viaggiatori. La paura dei vacanzieri, truffati (a questo punto l’ipotesi è più che legittima) è che se poi il proprietario dell’agenzia di viaggi, residente a Napoli, sarebbe tornato a lavoro loro potevano essere denunciati per calunnia. Intanto si sono rivolti ad alcuni legali per vagliare il modo migliore di agire, ed oggi queste ipotesi dovrebbero concretizzarsi. I casi dei viaggiatori sono diversi, alcuni sono stati “protetti” da altre agenzie, in pratica sono stati in ogni caso truffati, ma avranno una sorta di rimborso. Cioè se il viaggio per il quale hanno pagato era di 5000 euro hanno recuperato dai tour operator dei viaggi compensativi pari a 1000 euro, cioè la cifra che l’agenzia aperta a Sant’Anastasia gli aveva versato. Una garanzia tutelare, alcuni di loro dopo avere scoperto la truffa hanno chiesto ad agenzie più accreditate di tutelarli, queste hanno chiamato il tour operator e si sono analizzate le singole pratiche. Dove è stato possibile sono stati “riprotetti” cioè con un viaggio pari al corrispondente di quanto versato. Ma c’è anche chi ha perso tutto. L’agenzia di Corso Umberto I aveva aperto in città ad ottobre e qualche anastasiano aveva viaggiato trovandosi molto bene suggerendolo poi ad amici e conoscenti. Quest’estate ad attrarre molti clienti i prezzi stiacciatissimi che aveva proposto, per esempio per andare in Brasile dieci giorni a soli 1200 euro, si erano lasciati convincere dal fatto che prezzi tanto agevolati fossero un premio concesso dai tour operator ad alcune agenzie.
Intanto, altri hanno già deciso di rivolgersi all’autorità giudiziaria e non si esclude una azione collettiva (class action) per la truffa.

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