METROPOLIS DEL 2 GIUGNO
Sant’Anastasia. Non è nuovo alle denunce, da quando si è insediato, poco più di un anno fa ne ha ricevute almeno quattro. Dal dirigente del Pd, suo omonimo Carmine Esposito, dall’architetto Luigi Pappadia, da un giornalista che era stato minacciato ed ora anche dagli ex agenti della polizia municipale, conosciuti come “vigilini”. Una denuncia partita per le frasi diffamatorie che il sindaco aveva rivolto ai cinque agenti nel corso di un incontro, il 21 aprile scorso, nell’aula consiliare del municipio. In quella sede il leader cittadino del centrodestra aveva attaccato Giovanni Pascariello, Blandisio De Marinis, Giuseppe Minieri, Salvatore Raia e Felice Nasti. Con parole dure. Ieri la decisione da parte dei cinque giovani di presentare un esposto alla Procura di Nola. “Abbiamo denunciato tutte le vicende che ci riguardano”, spiegano, “Siamo andati direttamente alla procura di Nola assistiti dal nostro avvocato. Abbiamo denunciato l’azione diffamatoria posta in essere del sindaco nei nostri confronti sia delle anomalie amministrative che hanno accompagnato il nostro impegno presso il Comune di Sant’Anastasia e la formazione del bando di concorso per la graduatoria di merito che e’ in corso di svolgimento”. Proprio l’altro giorno i cinque ex agenti hanno preso parte alle prove per stilare la graduatoria da cui poi il Comune potrà selezionare agenti motociclisti da impiegare al comando vigili urbani. “Un paradosso”, dicono i giovani senza lavoro, “ci hanno considerati idonei per partecipare alle prove però ci hanno detto che non potremmo più lavorare per l’ente. Ecco perché abbiamo invalidato le nostre prove segnando una grossa croce sui fogli. Una protesta della quale abbiamo reso edotte anche le autorità. Tutti i punti della vicenda, che riteniamo poco chiari, sono stati inseriti nella denuncia contro Esposito ed il Comune che abbiamo presentato in procura”. Nel corso dell’incontro ai quali i vigilini fanno riferimento Esposito riferendosi a loro, oltre ad apostrofarli con alcuni improperi in dialetto, aveva detto: “Loro che vanno sotto la prefettura a rivendicare un diritto sono dei pagliacci, sono venuti meno ad un impegno morale e io non mi siedo a parlare con i mascalzoni. Io non li assumo, né ora né mai. Faccio piuttosto l’avviso pubblico così potranno partecipare tutti quelli che sono stati fatti fuori quando loro hanno vinto e quando in modo sbagliato gli è stata applicata la proroga”.
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