DA METROPOLIS DEL 17 DICEMBRE
Sant’Anastasia. Una magia che si ripete ormai da 30 anni, una magia che per alcune ore trasforma l’antico borgo di Sant’Antonio in un presepe vivente con almeno 130 figuranti. Due saranno le novità di questa edizione speciale una di impostazione biblica-teologica che vedrà 15 scene disposte in tre gruppi e la seconda culturale con la presenza delle figura di Ferdinando e Carolina regnanti dei Borbone. A spiegare i cambiamenti e lo spirito dell’evento, che attira ogni anno migliaia di persone nonostante si svolga la notte della vigilia, è Luigi De Simone regista della kermesse. “Ogni anno noi mettevamo in scena le varie emarginazioni, quella culturale, sociale, economica, dopo 30 anni abbiamo ampliato questo concetto”, spiega De Simone che organizza il presepe con l’associazione culturale “I Giocondi”, “quando abbiamo ideato il presepe uscivamo dal terremoto dell’80 e volevamo trasmettere il disagio che vivevamo in quel momento, l’attesa della liberazione e di miglioramento oggi invece c’è la precarietà assoluta. Due saranno le novità di quest’anno, uno riguarda vista contenuti dottrinali presepe ha tre sezioni, “non l’accolsero…”, “credettero in lui”, “venne in mezzo a noi”. La novità sta nel fatto che la scena di coloro non hanno accolto il Signore stanno fuori dalle mura del presepe, dove c’è una grossa scena di piazza, qui i vizi: la lussuria, l’usura, la gola, il collante è un povero che viene sbattuto tre volte a terra come le cadute della via Crucis. L’altra novità riguarda la presenza dei Borboni, furono loro da illuminati dell’epoca a portare la napoletanità nel presepe e a farne una divulgazione di tipo culturale. Il nostro presepe di san Francesco sarà unito a quello napoletano con la scena di Ferdinando e Carolina che scenderanno dallo scalone e incontreranno pulcinella”. Una kermesse che si ripete ogni anno il 24 dicembre, ma che questa volta potrebbe avere un appuntamento in più, come auspica anche il sindaco Carmine Esposito.
“Il presepe è un’iniziativa che meriterebbe una risonanza maggiore”, afferma Esposito, “Siamo impegnati a portarlo avanti, la cosa che mi colpisce è che enti come Provincia e Regione finanziano assurdità in vari periodi dell’anno con sforzi finanziari importanti, cose che fanno rabbrividire, e invece un’iniziativa come quella del nostro presepe invece trova difficoltà, qui va fatto appello o condanna agli organi sovra comunali che finanziano soltanto le iniziative che rientrano nei canali di amicizie e conoscenze. Ringrazio Luigi De Simone perché ci da la possibilità di inserire questa iniziativa nel bicentenario, che proprio De Simone tra mille difficoltà e sforzi sta portando avanti dando maggiore e migliore qualità. Potremmo rifare il presepe il 6 gennaio, capisco che il 24 dicembre ci sia uno sforzo morale, etico e religioso che va apprezzato, rifarlo per l’Epifania significherebbe non dare alibi per non essere presenti, e farlo concludere nella chiesa madre della città farci ritrovare un senso di appartenenza comunitaria”.
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