venerdì 20 Settembre 2024
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S.Anastasia. All’Olivella un Parco che attirerà turisti

Sant’Anastasia. Il sogno di un docente potrà diventare una realtà che agevolerà tutta la città attirando turisti e amanti della natura. “Olivella Eden Park” è il progetto che nasce dal sogno di Luigi De Simone, con la collaborazione dell’imprenditore Ciro Rivellini, dall’agronomo Sergio Fiorenza e dal capogruppo del Pdl Anna Rita De Simone. Un’idea che dovrà essere realizzata nella valletta dell’Olivella, uno anfiteatro naturale a 350 metri sul livello del mare, un luogo dalle straordinarie risorse, tra queste una sorgente di acque telluriche, la fonte dell’Olivella appunto, situata nel Parco Nazionale del Vesuvio. Il progetto è stato presentato nel dettaglio ieri mattina nel municipio di Sant’Anastasia. “I cittadini chiedono a questa Amministrazione e alle forze politiche che la sostengono, prima di tutto l’efficienza dei servizi fondamentali”, spiega Anna Rita De Simone, “cosa che sarebbe già un risultato altamente gratificante. Ma ci chiedono anche dei progetti innovativi, ci chiedono quel colpo d’ala che deve creare un valore aggiunto per la nostra città. Il progetto per il parco dell’Olivella può essere l’occasione giusta, perché esso ha tutti i requisiti della fattibilità, dalla location ai fondi regionali con i quali finanziarlo. E’ un sogno che può diventare realtà”. Una proposta accolta con interesse dal sindaco Carmine Esposito, che ha dichiarato di essere pronto a portare il progetto in consiglio comunale già alla prossima seduta. “Conosco molto bene la valletta dell’Olivella”, ha detto Esposito, “Un parco, con le caratteristiche che mi sono state prospettate, in quel luogo, sarebbe un’opera stupenda, che potrebbe dare al paese quella spinta in più di cui ha bisogno. Aspetto con grande interesse di ricevere le linee progettuali, poi valuterò insieme agli assessori competenti l’opportunità di inserire il parco nel piano delle opere triennali. Intanto non posso far a meno di congratularmi con i partecipanti al gruppo che ha lavorato al progetto, perché essi dimostrano che l’amore per il nostro territorio è ancora una passione forte, e produce proposte strutturate e coerenti”. A chiarire nel dettaglio, come dovrebbe nascere questa riserva naturale è Luigi De Simone, che per primo l’ha ideata: “Immaginiamoci un flusso d’acqua, l’acqua della fonte che cade dall’alto, forma una piccola cascata che riempie una fontana di pietra lavica, crea un ruscelletto, va ad alimentare infine un piccolo laghetto artificiale. Immaginiamoci dei sentieri che si inerpicano sul declivio, costeggiati da alberi di alto fusto, di specie autoctone o importate da altre regioni, comunque compatibili con l’habitat del monte Somma. E sotto di essi arbusti e cespugli che a loro volta sovrastano tappeti di fiori e d’erba. Panchine per la sosta dei visitatori, un piccolo teatro all’aperto, un punto di ristoro, una serra per la conservazione delle specie vegetali locali, una voliera, il capanno per gli attrezzi dei giardinieri. In fondo, un giardinetto zen”. Il tutto su una superficie iniziale di circa 10mila metri quadri, “perché – continua De Simone – non è importante che il parco sia grande, l’importante è che sia ben fatto, che si inserisca in continuità con l’ambiente naturale, che rappresenti per i cittadini di Sant’Anastasia (ma si spera per quelli di tutta la provincia) quello che vuole essere: un’oasi di pace, un luogo reale ma anche uno spazio ideale, adatto alla riflessione, dove i valori spirituali, conculcati dallo stress quotidiano, possano rifiorire. Un piccolo Eden, appunto. Il parco dovrebbe essere qualcosa di simile ai giardini “La Mortella” di Ischia, senza però quell’alone di paganesimo che si respira in quella pur bella e nobile creazione. Il nostro parco sarà in tema con la nostra storia, cultura e sentimento religioso cristiano”. Le linee guida del progetto son state curate da Sergio Fiorenza, agronomo e architetto di giardini, che ha saputo interpretare con grande sensibilità l’idea iniziale. “Progettare l’area della valle dell’Olivella – scrive Fiorenza – significa ridisegnare un luogo attraverso la ricomposizione dei suoi materiali, dei suoi segni, delle memorie incise nel suo palinsesto, assolutamente non la cancellazione sic et simpliciter della vegetazione preesistente. In ogni atto fondativo si valuta la forma del terreno, la sua esposizione al sole e ai venti, la sua orografia, per poi stabilire un tracciato: nessun luogo è una tabula rasa. Il tracciato tiene conto delle storiche direttrici su cui per secoli si sono mossi flussi di materiali e di uomini; ma anche delle possibili direzioni su cui si muoveranno flussi di vegetazione, di fauna, di pollini, nel segno della continuità naturale ed ecologica”.

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