DA METROPOLIS DEL 29 DICEMBRE
In un solo pomeriggio ha commesso una serie di imperdonabili errori, fino a farsi denunciare per aggressione e minacce. Non si tratta però di un cittadino “qualunque”, ma di uno dei fratelli del sindaco di Ottaviano Mario Iervolino, finito nei guai per aver dimostrato di avere un carattere quantomeno iroso. Tutto comincia nel pomeriggio di martedì in via Cupa Piediterra ad Ottaviano, a pochi passi dal municipio guidato proprio da Iervolino, il fratello del primo cittadino del Pd si trovava, insieme ad un amico, alla guida della sua auto e procedeva contromano quando nell’altro senso (quello corretto) giungeva un giovane di 28 anni residente a Somma Vesuviana . A quel punto l’uomo, un 50enne residente ad Ottaviano, ha intimato al ragazzo di farsi indietro con l’auto per farli passare, ma il 28enne non l’ha fatto. Certo di aver ragione. Pochi attimi ed è scoppiata la bagarre, l’uomo ha cominciato ad imprecare e a suonare il clacson quando si è reso conto che il giovane sommese non aveva alcuna intenzione di retrocedere di un passo, ha deciso, forte del sostegno del suo compagno di viaggio, di scendere dall’auto e andare a minacciarlo più da vicino. Prima hanno cominciato a dare calci e spintoni alla vettura guidata dal ragazzo mentre continuavano a discutere animatamente cercando di far valere le proprie ragioni, che in realtà non c’erano. Infine sono riusciti a mettere la mani addosso all’altro automobilista e sono volati qualche schiaffo e degli spintoni che li ha in qualche modo “placati”. Si sono rimessi in auto e sono ripartiti. Il 28enne sommese però sapeva bene chi aveva di fronte e non si è lasciato intimorire, anzi. Si è recato alla Stazione dei carabinieri di Ottaviano dove ha presentato una dettagliata denuncia, raccontando lui stesso chi lo avesse aggredito per una banale questione di viabilità. Gli uomini dell’Arma (agli ordini del maresciallo Domenico Iaccarino) hanno denunciato per aggressione e minacce il fratello del sindaco e ora sono in corso delle indagini per accertare chi fosse l’accompagnatore dell’uomo, considerato che il 50enne ascoltato dai militari non ha voluto riferire le generalità dell’amico. Un bruttissimo episodio che lascia riflettere sull’arroganza che spesso proprio chi dovrebbe dare un buon esempio di civiltà ai cittadini applica forte di chissà quali “agevolazioni” ottenute per il ruolo che riveste.
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