Rischio idreogeologico, frane, maltempo e, non ultimo, la conseguenza delle centinaia di ettari del Parco Vesuvio andati in fumo a seguito di un’estate di roghi, la maggior parte appiccati da criminali dell’ambiente.
Il presidente del Parco nazionale del Vesuvio, Agostino Casillo interviene spegnendo sterili polemiche da parte di alcuni rappresentanti delle istituzioni e mettendo nero, di contro, su bianco gli interventi concreti dell’Ente Parco insieme al Reparto Carabinieri Forestali per tutela della Biodiversità.
In seguito alle piogge che si sono verificate negli ultimi giorni, abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di fenomeni di dissesto idreogeologico all’interno del perimetro del Parco Nazionale.
Purtroppo, i criminali che a luglio scorso hanno appiccato il fuoco sono responsabili non solo della distruzione di una parte importante del patrimonio naturalistico, ma anche dell’aumento della fragilità del territorio che oggi si sta palesando.
Dispiace leggere di rappresentanti delle istituzioni che alimentano sterili polemiche proprio ora, in un momento in cui bisognerebbe avanzare proposte concrete e impegnarsi in prima persona per la risoluzione dei problemi. Eppure, da quelli che oggi puntano il dito, nessuna parola di condanna è stata mossa contro i criminali che hanno provocato il disastro di luglio ed aggravato il rischio che oggi stiamo affrontando. È una mancanza grave, su cui riflettere.
Sul tema del dissesto idrogeologico sono coinvolte tutte le istituzioni territoriali. L’Ente Parco sta facendo la propria parte, sia operando nell’immediato che programmando interventi a medio termine. Già dal mese di settembre, all’interno della riserva Vesuvio Alto Tirone, grazie alla collaborazione degli operai del Reparto Carabinieri Forestali per la Biodiversità, si stanno effettuando lavori di bonifica e creazione di briglie (61 fino a questo momento) per contrastare la discesa del terreno. Un’opera di enorme sforzo e complessità, i cui risultati si possono vedere nelle foto. Avremmo bisogno di molti più uomini e stiamo lavorando per l’arrivo di rinforzi, ma intanto si sta cercando di fare tutto il possibile con le forze oggi disponibili. Proprio ieri ho chiesto l’intervento della Città Metropolitana per incrementare gli uomini sul campo, da aggregare alle squadre già a lavoro in altre zone del Parco. Inoltre, nell’abito del Tavolo interistituzioanle presso la Città Metropolitana, l’Ente Parco ha messo a disposizione dei Comuni risorse economiche immediatamente utilizzabili per interventi di ingegneria naturalistica finalizzati alla prima messa in sicurezza. Non appena riceveremo i primi progetti cantierabili, trasferiremo le risorse. Non da ultimo, l’Ente Parco ha approvato il “Grande Progetto Vesuvio”, un piano strategico che prevede la realizzazione di opere di ingegneria naturalistica su ampia scala di messa in sicurezza e prevenzione del dissesto. L’11 settembre è stata approvata la delibera di indirizzo, il 27 ottobre abbiamo deliberato il bilancio, stanziando 8 milioni di euro. Entro fine novembre inizierà la fase di progettazione. Lavoriamo notte e giorno per trasformare una drammatica tragedia in opportunità di rinascita, ma abbiamo bisogno di tempo e del supporto di tutti gli uomini e le donne delle istituzioni e della società civile.
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