Una sentenza “apripista” di quelle che potrebbero cambiare la storia della giurisprudenza ed il suo iter è cominciato a Somma Vesuviana nel 2008. La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha stabilito che è stato violato il diritto alla salvaguardia della vita privata e familiare di 18 persone di Somma Vesuviana. La vicenda, si legge sul sito della Corte, riguarda lo stato di emergenza (dall’11 febbraio 1994 al 31 dicembre 2009) in relazione alla raccolta dei rifiuti, trattamento e stoccaggio nella regione Campania, compreso un periodo di cinque mesi in cui i rifiuti venivano ammucchiati nelle strade. In particolare tra i ricorrenti sommesi 5 lavorano proprio in municipio. Tra i 18 cittadini i anche l’avvocato che ha presentato il ricorso, Errico Di Lorenzo, 69 anni, cassazioni sta. “Sono moderatamente soddisfatto”, commenta, “Purtroppo, anche se non ho ancora letto per esteso la sentenza, sembra che non sia stato riconosciuto il danno alla salute. Noi ritenevamo che la questione dei rifiuti aveva prodotto una lesione di norme fondamentali dei diritti dell’uomo. E dunque facevamo riferimento anche al diritto alla salute e ad una vita dignitosa. Però questa sentenza pilota- prosegue il professionista- è unica nel suo genere e ci dà l’occasione per interagire su nuovi scenari normativi”. Infatti Di Lorenzo spiega che a breve si rivolgerà alla giustizia ordinaria italiana per ottenere i risarcimenti, quantificati in 15mila euro per ciascuno dei 18 firmatari, negati invece dalla Corte di Strasburgo (la quale però ha riconosciuto 2mila e 500 euro, a fronte della richiesta di 20mila, per le spese legali sostenute dall’avvocato sommese). Ma il legale si è anche soffermato sulle difficoltà incontrate sul suo cammino per arrivare a questo storico risultato. “Noi ci aspettavamo che la sentenza arrivasse in qualche mese e non in quasi quattro anni. Inoltre- ammette con tono deluso- ho dovuto presentare una quindicina di solleciti alla Corte. L’ultimo circa tre mesi fa, nel quale sono stato particolarmente duro nei toni, ho fatto riferimento al regolamento approvato dalla Corte di Strasburgo lo scorso anno che dice che ricorsi che riguardano lo stato di salute o l’igiene hanno priorità assoluta. Possibile, dunque, che ci sia voluto tanto tempo? Non solo, avevo anche richiesto il dibattimento pubblico affinché tutto il mondo conoscesse la nostra drammatica situazione. Purtroppo però la Corte ha deciso di emettere la sentenza dopo una discussione a porte chiuse in Camera di Consiglio. Mi rendo conto che se ci avessero dato ragione sul punto riguardante la salute sarebbe stata una bomba. Quanti sono morti per tumore e noi abbiamo fatto riferimento anche a questo consegnando i risultati di indagini scientifiche americane che fanno rientrare il nostro territorio nel ‘triangolo della morte’. Non ci fermeremo a questo, la sentenza è un punto di partenza”. Soddisfatto della sentenza anche uno dei promotori del ricorso, Francesco Di Sarno, coordinatore cittadino de La Destra e responsabile provinciale del settore Scuola del partito di Storace. “La buona notizia è che alla fine è arrivata una sentenza che ci ripaga in parte della pessima gestione dei rifiuti in Campania. Questo però- afferma il coordinatore- è solo il primo passo di una battaglia legale che dovrà vedere al centro della discussione i diritti e la salute dei cittadini campani”.
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