POMPEI. Reperti di Pompei trafugati dagli scavi sarebbero stati messi in vendita su eBay: “Volevo l’iPhone 6”. Così ha, infine, esordito alla vigilanza un turista olandese di 16 anni in visita agli scavi di Pompei insieme alla mamma.
Per fortuna l’ennesimo tentativo di trafugare anche piccoli reperti del sito archeologico di Pompei è stato sventato. L’ultimo episodio in ordine di tempo è avvenuto in mattinata, quando un adolescente in visita con la mamma, di origini olandesi ma residenti in Germania, dopo una serie di escursioni nella zona di Napoli e del Vesuvio avevano fatto tappa alla città sepolta di Pompei. Pagano il biglietto all’ingresso e poi, stando al racconto fornito dal 16enne, madre e figlio si sarebbero separati per fare delle foto all’interno del sito archeologico.
Peccato che il ragazzino oltre alla curiosità di portarsi a casa scatti della mitica città ai piedi del Vesuvio si sia lasciato tentare anche dal portarsene illecitamente addirittura un intero pezzo. Credendo così di non essere visto da nessuno degli addetti alla vigilanza, il ragazzino ha staccato alcuni frammenti di una tegola e buona parte di un’anfora all’interno di una delle Domus di via dell’Abbondanza e se li è nascosti nel grosso zaino che portava in spalla recandosi all’uscita. Per fortuna l’intera scena è stata notata da un altro turista straniero che ha smascherato il ladruncolo informando i custodi e i carabinieri in forze proprio all’interno degli scavi archeologici di Pompei. Sono intervenuti di lì a poco i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata che hanno, infine, denunciato in stato di libertà il 16enne per furto aggravato dei preziosi reperti. Quando gli hanno chiesto il motivo del suo gesto il ragazzino avrebbe risposto che l’avrebbe messo all’asta online per potersi acquistare l’ultimo nato in casa Apple, l’iPhone 6 presto in arrivo anche in Italia. I reperti sono stati restituiti alla Soprintendenza che dovrà ricollocarli laddove sono stati trafugati, mentre il ragazzo è stato riaffidato ai genitori che si sono detti dispiaciuti e all’oscuro del gesto del proprio figlio.
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