Ma quale opportunità… è la secessione dei ricchi!
Quella andata in scena ieri al Consiglio regionale della Campania è stata una sceneggiata di cattivo gusto che offende l’intelligenza dei cittadini della Campania. Con l’OdG approvato si mistifica la realtà dei fatti. Si pretende che il regionalismo differenziato varato per tre regioni: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna sia una sfida e una grande opportunità per il Sud rilanciando così la mela avvelenata del federalismo.
Cosa sarà per il Mezzogiorno questo regionalismo, voluto non a caso dalla Lega Nord come punto imprescindibile dell’accordo di governo con il Movimento5 stelle, lo stanno spiegando in questi giorni economisti e costituzionalisti. Quella che giustamente è stata definita la “secessione dei ricchi”, se diventasse legge, cristallizzerebbe e renderebbe irreversibile il divario delle risorse di cui godono le regioni settentrionali e quelle del Sud.
Si chiede, con le preintese strette tra il governo e le regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, l’attribuzione in autonomia di 23 funzioni tra cui la sanità e l’istruzione. Ma il vero obiettivo delle regioni firmatarie delle preintese già con il governo Gentiloni è quella di trattenere il cosiddetto residuo fiscale, ovvero la differenza tra il gettito fiscale regionale e le stese nella stessa regione. Queste risorse verrebbero sottratte alla casse dello Stato che non potrebbe impiegarlo con finalità perequative nel resto del paese.
E’ ben noto che il sistema fiscale agisce con criteri progressivi sui redditi individuali e non su base territoriale. In aggiunta a questa evidente violazione della Costituzione si fa pezzi il principio di uguaglianza tra i cittadini. Una volta adottato, il regionalismo così concepito renderebbe di fatto impossibile anche individuare i livelli essenziali delle prestazioni. I quali però garantiscono l’uniformità dei diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale e sono assicurati dalla legge sul federalismo fiscale e confermati dalla Legge Calderoli del 2006 ma non sono mai stati determinati.
L’effetto sarebbe insomma quello di creare cittadini di seria A e cittadini di serie B, e di serie B sarebbero quelli campani e del resto del Mezzogiorno. In base alla regione di residenza godrebbero di servizi diversi perché diversa sarebbe l’entità delle risorse impegnate. Una stortura a cui non ci sarebbe modo di rimediare, perché per i primi dieci anni sarà impossibile modificare legge istitutiva del regionalismo differenziato senza il consenso della regione interessata.
Le regioni meridionali hanno un gettito fiscale inferiore a quelle del Nord, non potendo lo Stato agire in via perequativa, i cittadini della Campania e del Sud non potranno che rassegnarsi ad avere servizi assai più scadenti. Lo Stato non potrebbe intervenire per garantire l’uniformità dei diritti garantiti dalla Costituzione, che a questo punto sarebbe carta straccia. E l’unità nazionale un guscio vuoto. Questa è la posta in gioco, questa è la vera catastrofe da evitare.
Non si comprende come questa situazione possa diventare un’opportunità, come afferma il proponente dell’OdG Caldoro. Come possa il principale partito di opposizione al governo giallo-verde, il Pd, acconsentire in silenzio a questo disegno e con il presidente di una importante regione, Bonaccini dell’Emilia Romagna, farsene sostenitore è avvilente. Nulla diciamo di Caldoro, un fantasma del passato che probabilmente cerca nuova linfa politica da questa iniziativa dissennata. Ma ci chiediamo come possano i 5stelle, che hanno ricevuto gran parte del proprio consenso al Sud, tradire in modo così plateale i propri elettori lasciandoli indifesi di fronte al secessionismo di fatto voluto dalla Lega, una forza politica che è ancora a tutti gli effetti rappresentante del Nord e nemica del Sud, è incomprensibile. Ci sentiamo ben poco rassicurati dalle parole vuote e propagandistiche della grillina Ciarambino. Comprendiamo il suo imbarazzo per essersi dovuta astenere con il suo gruppo su un OdG che rivendica un provvedimento che suo il governo adotta e i suoi compagni di movimento voteranno senza fiatare in Parlamento.
Di questo secessione di fatto e di questo tradimento della Campania e del Sud il Movimento5Stelle è protagonista tanto quanto la Lega Nord. Siamo sicuri che i cittadini della Campania e del Mezzogiorno non si faranno ingannare dalla propaganda che nega la realtà e sapranno rispondere nelle urne al truffa consumata ai loro danni.
Coordinamento regionale Campania Sinistra Italiana
Il coordinatore
Tonino Scala
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