Franco Matrone (ZeroWaste) avverte sul potenziale indebolimento delle leggi italiane con l’armonizzazione europea e sulla riduzione dei controlli sugli ecoreati
La recente Direttiva (UE) 2024/1203 del Parlamento Europeo ha segnato una svolta significativa nel panorama delle leggi ambientali, riscrivendo le norme sulle violazioni ambientali e imponendo sanzioni più severe in tutti gli Stati membri. Tuttavia, in Italia cresce la preoccupazione che l’adozione di queste norme possa portare a un allentamento della rigorosa legislazione nazionale, che attualmente garantisce una protezione ambientale tra le più severe d’Europa.
Già nel 2015, con la Legge n. 68, l’Italia aveva fatto un passo avanti pionieristico, trasformando i principali reati ambientali da contravvenzioni a veri e propri delitti punibili con pene severe, da 6 mesi a 15 anni di reclusione. La legge costituzionale n. 1 dell’11 febbraio 2022 ha ulteriormente rafforzato questo quadro inserendo la tutela dell’ambiente nella Costituzione italiana. In confronto, la nuova direttiva europea prevede un massimo di 10 anni di reclusione per i reati ambientali, suscitando timori che le leggi italiane possano essere indebolite per allinearsi alle nuove norme europee.
Nel 2023, l’applicazione della Legge 68/2015 ha registrato 600 contestazioni di ecoreati, un leggero calo rispetto alle 637 dell’anno precedente, attribuito principalmente a una diminuzione dei controlli, passati da 1.559 a 1.405. Franco Matrone di Rete ZeroWaste/RifiutiZero Campania ha dichiarato: “Finalmente l’Unione Europea obbligherà gli Stati membri ad adottare normative più severe sui reati ambientali. L’Italia, che già possiede una legge molto rigorosa, dovrà integrare le novità europee, come l’ecocidio, nella propria normativa. È fondamentale che il governo non riduca le pene attuali per adeguarsi alle disposizioni più leggere della direttiva, soprattutto in un contesto di riduzione dei controlli, che dimostra il poco interesse nel perseguire questi reati.”
L’Italia si trova ora davanti alla sfida di armonizzare la propria legislazione con le nuove direttive europee, senza compromettere il rigore delle sue leggi ambientali. La preoccupazione degli esperti deve stimolare un impegno ancora più forte da parte delle associazioni ambientaliste e delle istituzioni. È essenziale evitare di adottare la direttiva così com’è, evitare accelerazioni sull’adozione del provvedimento europeo, ma imporre una seria riflessione e piuttosto richiedere un aumento dei controlli per gli ecoreati previsti dalla legislazione italiana. Solo attraverso un’azione concertata e decisa sarà possibile garantire una protezione efficace dell’ambiente, mantenendo l’Italia come un esempio nella lotta contro i reati ambientali.
Foto di Vincenzo Marasco
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