SANT’ANASTASIA. Il Circolo di Rifondazione Comunista: Il Sindaco Abete ricorda le Foibe col braccio teso, mentre col capo chino dimentica le vittime nazi-fasciste.
A fare la differenza non sono di certo i numeri, l’etnia di provenienza, quante donne o quanti bambini erano presenti in quelle fosse, in quei forni, nelle camere a gas. A fare la differenza, nel ragionamento, sono le stupide contrapposizioni. Il gretto negazionismo che, ancora oggi, vomita le sue insulse ragioni.
L’olocausto è una macchia che ha segnato e segnerà il genere umano per l’eternità. Ne ha intaccato la sua evoluzione fin da quando l’armata russa entrò per la prima volta in quel campo fatto di scheletri viventi.
Lo sterminio di milioni di ebrei, tra i quali vanno ricordati intellettuali, omosessuali e diversamente abili di ogni genere, non va analizzato nell’ottica di quella assordante, agghiacciante cifra, un milione e mezzo di morti. Il vero orrore dell’olocausto stava nell’idea nazi-fascista di falciare l’erba cattiva per fare spazio ad una razza pura e senza difetti. L’ariana. Il progetto hitleriano e mussoliniano di porre il loro dominio attraverso le sterminio, era il vero orrore.
E l’Italia, in questa folle azione hitleriana, è bene ricordarlo ai troppi smemorati, ebbe un ruolo primario, fondamentale. Oltre ad essere la firmataria della carta sulla razza, dai binari del nostro paese partivano treni carichi di connazionali rei di essere nati ebrei, oppositori del regime o non perfetti per l’ideale ariano. Una consapevole complicità verso la quale l’Italia non si è mai vergognata abbastanza.
Poi c’è un altro triste e buio capitolo della storia mondiale che coinvolge sempre noi italiani, le Foibe. Fosse comuni ricavate da particolari caratteristiche del territorio della Dalmazia e della Venezia Giulia, le Foibe rappresentano un’insana pazzia dell’uomo e della sua propensione bellica. Un eccidio perpetrato nella Jugoslavia di Tito che ha mietuto vittime senza nessuna distinzione.
Per l’occasione, così come scritto da una legge italiana “giorno del ricordo”, l’amministrazione comunale di Sant’Anastasia, il 10 febbraio, ha deciso, presso il Santuario di Madonna dell’Arco, di commemorare le vittime delle Foibe attraverso una messa, perché è giusto nei confronti dei “nostri fratelli italiani, massacrati in quel modo tra l’altro, è un segno di riconoscimento per chi è morto per il nostro tricolore”(dimenticando che nelle Foibe morirono anche tanti antifascisti, comunisti non favorevoli al regime costituito e prelati), ha così dichiarato un consigliere della maggioranza noto per la sua tendenza al saluto romano.
Per carità! Affermiamo noi di Rifondazione comunista. Siamo altrettanto dispiaciuti per ogni goccia di sangue versata da una vita innocente o colpevole che sia. Per noi vale il motto “nessuno tocchi Caino”.
Ci spiace, però, che questa amministrazione, già da tempo ferma con le quattro frecce in attesa di chissà che cosa, si sia fatta trascinare su un terreno così sciocco e infantile. Un’amministrazione che, al suo interno, vede presenti persone dotate di una certa maturità.
Le Foibe, ribadiamo, sono senza dubbio un segno nero della storia umana, così come i campi di concentramento nazi-fascisti. Usarle a modo di coperta utile a coprire le proprie pudenda, però, ci pare alquanto infame. Soprattutto quando la stessa amministrazione, in occasione del giorno della memoria, non ha espresso nemmeno mezza parola in merito a tale ricorrenza. Non ha acceso un cero e manco ha pensato di proporre iniziative sul territorio, in particolare nelle scuole, affinché le nuove generazioni siano ben consapevoli di quali atrocità è capace l’essere umano.
Donne, uomini e bambini furono etichettati come merce da magazzino. Un numero marchiato sulla pelle che pure da sopravvissuto ti ricorderà che per loro eri soltanto un prodotto da eliminare.
Se la commemorazione alle Foibe fosse rientrata all’interno di un programma ben articolato e organizzato dall’amministrazione Abete, una serie di approfondimenti sulle piaghe della guerra, allora avremmo capito. E anche partecipato con dei nostri contributi se richiesti. Avremmo provato perfino piacere se lo stesso consigliere che ha messo su questa iniziativa, avesse avuto lo stesso riguardo per le vittime dei nazi-fascisti ricordate poche settimane fa. Tutt’altro, sulla sua pagina social è sembrato alquanto irritato nei confronti di chi esprimeva sdegno verso quei crimini.
Rifondazione Comunista vuole ribadire con fermezza che l’uomo deve innanzitutto saper trasmettere un alto senso della pietà e del rispetto, e lo deve alle vittime di ogni persecuzione.
Se invece una qualsiasi amministrazione comunale, garante della carta costituzionale sul territorio, inizia a fare assurde distinzioni, intervenendo in una commemorazione ignorandone un’altra, si dimostra gravemente irrispettosa. Prende una chiara e ignobile posizione, prima ideologica e poi politica. E di questa, per quanto ci riguarda, ne sarà responsabile.
In fondo, anche noi comunisti, da tutti ritenuti estremisti e fanatici, non ci saremmo mai permessi di offendere in questo modo il cadavere di un uomo corpulento appeso per i piedi e poi calpestato in una pubblica piazza.
No! Noi non lo avremmo mai fatto.
I compagni e le compagne,
Rifondazione Comunista – Circolo Nello Laurenti – Sant’Anastasia
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