CERCOLA. Raid di Ferragosto all’interno dell’edificio scolastico che ospita l’Istituto comprensivo «Luca Giordano»: vandali hanno devastato la scuola facendo scattare l’allarme prima di fuggire.
Così, oltre ai danni si sono aggiunti i disagi per i residenti di via Matilde Serao, nel quartiere di Caravita a Cercola, risvegliati nel cuore della notte dalle assordanti sirene scattate dopo l’intrusione dei malintenzionati nell’edificio chiuso per ferie. Così, a notte fonda, dopo che il sistema d’allarme ha risuonato a lungo, qualcuno ha allertato le forze dell’ordine che in poco tempo sono accorse sul posto. E davanti al «Luca Giordano» si sono recate due pattuglie dei carabinieri della locale tenenza e del Nucleo della Compagnia di Torre del Greco. I militari dell’arma hanno fatto una rapida perlustrazione lungo il perimetro dell’istituto scolastico e alla fine,sul retro,hanno avuto prova di quanto poco prima fosse accaduto, tant’è che è stata fatta intervenire anche la scientifica.
Lo scenario era quello di un raid vero e proprio. Devastante: ignoti balordi hanno letteralmente messo a soqquadro la scuola. Estintori svuotati, palestra completamente distrutta. Colpito anche l’ufficio del dirigente scolastico. Ma non solo. Nel mirino dei teppisti anche i bagni della palestra, dove i sanitari e le finestre sono stati fracassati. Per rabbia? Per noia? O per mero vandalismo? Chi ha voluto colpire la scuola, la notte di Ferragosto, lo ha fatto comunque ed esclusivamente per distruggere. Ai carabinieri della locale tenenza, infatti, non sono stati segnalati furti di materiale informatico o di altro genere. Ad un primo sopralluogo, del resto, non è risultato mancare nulla, neanche dall’aula dei computer. Il raid avrebbe dunque avuto il solo scopo di fare a pezzi la scuola.
Attualmente, l’edificio ospita le aule di due istituti scolastici: le medie della «Luca Giordano» e le aule della «De Luca Picione». Una soluzione che va avanti già dallo scorso anno scolastico, a causa dei lavori di ristrutturazione (l’edificio era stato dichiarato inagibile), della sede principale della«Luca Giordano», in via Gandhi. Lavori che hanno subito un lungo stop a causa della mancata erogazione dell’intera tranche di finanziamento della Regione. Ma il cantiere, assicura l’assessore alla Pubblica Istruzione e vicesindaco, Luigi Di Dato, sarebbe stato riaperto a breve: «La buona notizia dalla Regione ci era giunta poche settimane fa – afferma Di Dato – confermando la seconda tranche, che ci avrebbe consentito a breve di far ripartire e portare a termine i lavori».
Il primo cittadino Vincenzo Fiengo e il vice, Di Dato così commentano l’episodio vandalico:«Un atto barbarico, la devastazione dell’istituto; chi colpisce una scuola, un bene della comunità, colpisce le istituzioni, e va condannato». Lo scenario dell’incursione è in effetti desolante: attrezzi ginnici fatti a pezzi, vetri infranti, finestre e porte divelte, pavimenti e mura imbrattati, libri, quaderni e registri scolastici sparsi dappertutto. Un campo di guerra. Chi ha colpito, innanzitutto, conosceva la geografia dell’edificio e sapeva da dove entrare. Secondo una prima ricostruzione, i vandali sarebbero entrati proprio dalla palestra, locale privo del sistema di allarme. Da qui, si sono aperti un varco, dal quale è iniziata la “guerra” contro l’istituto .I balordi, attraverso il corridoio interno, si sono diretti al piano superiore. Obiettivo successivo, dopo la palestra, era infatti l’area principale della scuola: in particolare, l’ufficio del dirigente scolastico (che, da un anno, è rappresentato da Anna Pugliese per la «Luca Giordano» e da Maria Rosaria Stanziano per l’Ic «De Luca Picione»).
Ma un dettaglio aggiunge il sapore di una ulteriore, tracotante provocazione all’amarezza dell’ingente danno procurato: prima di lasciare l’edificio, i vandali avrebbero forse lanciato un oggetto contro la sirena del sistema d’allarme posta all’ingresso, facendola scattare. Giusto un attimo prima di dileguarsi. Oppure, al contrario, colti dal suono dell’allarme si sono dovuti fermare nella loro opera di distruzione.
di Patrizia Panico – fonte Il Mattino
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