SOMMA VESUVIANA. Il sindaco Ferdinando Allocca chiama a raccolta la cittadinanza e la società economica e civile per rompere il muro di indifferenza di Somma Vesuviana nei confronti del sito archeologico di via Starza della Regina.
Durante l’incontro pubblico che si è svolto ieri pomeriggio nell’aula consiliare di palazzo Torino – alla presenza dell’ archeologo Antonio De Simone, di Sant’Anastasia, e del direttore tecnico degli scavi, il giapponese Satoshi Matsuyama – il primo cittadino sommese ha fatto il punto della situazione.
“La città ha guardato finora alla scoperta della villa augustea con una certa distanza -ha dichiarato Allocca- E’ ora il momento che si crei una mobilitazione generale per valorizzare il sito romano. Amministrazione, imprenditori, associazioni culturali, forze sociali e politiche -ha proseguito il sindaco- devono avere la consapevolezza dello straordinario patrimonio archeologico esistente sul nostro territorio per contribuire a valorizzarlo nel modo più adeguato”.
Il lavoro di scavi che aveva portato alla luce la villa romana, fino al ritrovamento del 2003 di due statue del I sec d.c. e la scoperta dello scorso anno della Sala delle Nereidi e di un locale absidato, era iniziato nel 2001 con un progetto interdisciplinare dell’università di Tokyo che aveva avuto la concessione della Soprintendenza ai beni Archeologici di Napoli.
Il gruppo di lavoro – coordinato dal professor Masanori Aoyagi, con la collaborazione dell’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, nella persona del professore Antonio De Simone – è riuscito, negli anni, man mano che venivano alla luce nuovi ritrovamenti, ad attirare nel sito vesuviano eminenti studiosi presenti sulla scena nazionale ed internazionale. Tuttavia la città, sede delle importanti scoperte archeologiche, ha avuto solo episodiche manifestazioni di interesse. Da qui l’esigenza di rompere il muro di indifferenza per non sprecare le potenzialità di sviluppo del sito.
“Finora -ha ammesso il sindaco- abbiamo solo attuato l’esproprio parziale dell’area per permettere la prosecuzione degli scavi. E su suggerimento degli studiosi si sta ora lavorando all’allestimento di una passerella per consentire le visite al sito archeologico senza interrompere i lavori in atto. Ma è ancora troppo poco, rispetto a quello che il luogo merita”.
“In sei anni di lavoro -ha spiegato l’archeologo Antonio De Simone- siamo riusciti a portare alla luce solo un decimo della Villa augustea. Per completare il lavoro ci vorranno, probabilmente, ancora altri anni di scavo. Nel frattempo, la città deve consentire la fruizione di questo straordinario patrimonio archeologico”.
La lezione che proviene dagli studiosi suona come un monito per non perdere l’occasione di sviluppo che l’area a nord del Vesuvio merita. “Il nostro compito -ha infatti spiegato lo studioso nipponico, Satoshi Matsuyama- è di scavare e noi scaviamo per motivi scientifici. Ma prima o poi il nostro compito finirà. Poi, spetterà a voi, a Somma Vesuviana, pensare a come utilizzare questo eccezionale monumento storico”.
La risposta a quest’esigenza viene ancora una volta dai reali protagonisti della conservazione storico-culturale.
”Somma Vesuviana -ha detto il professore De Simone- è una delle poche città del vesuviano che riesce a conservare le sue tradizioni e le radici culturali. Possiede dunque tutti i presupposti per un rilancio immediato anche dei suoi beni culturali”. Come? “Creando un sistema -ha proseguito lo studioso- Una rete che consenta la fruizione adeguata del sito archeologico. Noi siamo preposti ad individuare i monumenti ed a restaurarli con competenza –ha ribadito- Possiamo prestare la nostra assistenza all’amministrazione comunale verso una corretta politica di conservazione dei beni culturali. Possiamo offrire il nostro supporto scientifico. Ma la valorizzazione dei luoghi spetta alla città. La villa romana non può essere solo il sogno del sindaco, perchè esige l’impegno dell’intera comunità”.
La ricetta di De Simone si sofferma infine su un aspetto importante. “Somma Vesuviana -ha puntualizzato- deve innanzitutto recuperare i suoli e i sottosuoli che altrimenti resterebbero di proprietà dello Stato. E quindi legittimare i propri beni. Condizione necessaria per poi creare le strutture e le infrastrutture di supporto”.
Intanto il sindaco della cittadina vesuviana pensa già all’idea di “una consulta socio-economica” che aiuti il Comune a elaborare progetti mirati allo sviluppo dell’area di via Starza Regina.
Anna Maria Romano
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