VOLLA. Prende il via la fase di progettazione del nuovo Piano urbanistico comunale: sarà partecipativo e prodotto dall’Utc di Volla. In pratica il nuovo Piano urbanistico che l’amministrazione comunale guidata da Angelo Guadagno, si avvia a redigere vedrà la partecipazione di tutte le parti interessate(dalle associazioni ai singoli cittadini), sin dalla sua stesura preliminare e, inoltre, sarà progettato in toto dall’Ufficio tecnico comunale prevedendo solo in caso di necessità al ricorso a consulenti scientifici esterni. Ottimizzazione del personale interno e riduzione della spesa, sono dunque le caratteristiche accessorie al Piano. Archiviato il vecchio Puc (dichiarato “decaduto” da una sentenza del 13 settembre scorso dal Tar Campania), la giunta comunale, sgombrato il campo dall’ipotesi di un ricorso al Consiglio di Stato, è già alle prese per redigere il Puc ex novo. E ora Volla è priva delle norme di salvaguardia esponendo il territorio al rischio di trasformazioni inopportune che vanificherebbero gli sforzi compiuti per il reperimento delle aree da destinare ad attrezzature pubbliche e per la protezione delle aree libere. Nella delibera di giunta messa a punto martedì scorso ci sono tutti i punti che la squadra del sindaco intende attuare, anche in vista della nuova legge regionale che ha emanato il Regolamento di attuazione per il governo del territorio e con esso il manuale operativo dello stesso. Si procederà ora con la stesura di un Piano preliminare, un rapporto ambientale e un ulteriore documento di indirizzo strategico. “Abbiamo tecnici competenti – spiega l’assessore all’Urbanistica Riccardo Festa- a loro abbiamo affidato sia la progettazione preliminare sia quella definitiva del Puc, comprensivo di tutte le attività ed indagini sul territorio”. Una volta completato il Piano preliminare e varato in giunta, si passerà alle consultazioni con tutti i soggetti interessati, associazioni, scuole, cittadini per un confronto diretto con l’amministrazione comunale. Un altro punto fermo della giunta Guadagno sarà la politica di contenimento delle unità abitative: il nuovo Puc non avrà aree residenziali con grattaceli, né aumento di cubature al di fuori dell’area urbana: “Il Puc precedente non è da cestinare del tutto, alcune parti vanno salvaguardate e altre modificate – dice l’assessore – ma gli indici di fabbricabilità erano eccessivi, a nostro parere vanno assolutamente ridimensionati”. I prossimi calcoli si dovranno fare in base agli ultimi dati Istat del 2011, quindi nella nuova previsione sia il numero delle famiglie sia il fabbisogno abitativo potrebbe aumentare: “Sia chiaro – spiega Festa – non è detto che tutte le nuove famiglie di Volla potranno trovare qui una sistemazione: è nostra intenzione ridurre il numero delle unità abitative rispetto al vecchio Puc (che prevedeva 2mila e 343 nuove case)”. Un messaggio affilato, probabilmente indirizzato ai tanti imprenditori edili che già contavano su quelle svariate migliaia di nuove abitazioni: progetti che crollano con il nuovo indirizzo politico dell’amministrazione. Nei giorni scorsi c’è stato un primo incontro della giunta con l’urbanista del vecchio Puc, Ferruccio Ferrigni per iniziare una serie di valutazioni che vanno verso una riduzione delle unità abitative al fine di allinearsi alle prescrizioni dei tecnici provinciali. Anche tra la neo amministrazione Guadagno e la Provincia ci sono stati dei primi contatti, sebbene sarà solo nelle prossimi giorni che si riunirà ufficialmente il tavolo tecnico per discutere sul da farsi per varare il Piano urbanistico. Per Ferrigni i calcoli della Provincia (la Conferenza dei servizi stimava 1.210 unità abitative)sono contrari alla legge perché non tenevano conto dei dati Istat anche se l’attuale fabbisogno abitativo potrà variare: “Poiché ora i calcoli si faranno sui dati Istat delle famiglie e del numero degli abitanti del 2011, prima i dati erano al 2008. Ma la capacità edificatoria – conclude Ferrigni – è una scelta politica: il comune può decidere di ridurre il numero delle unità in base a diverse prospettive”. Lavori in corso, dunque, che non riguardano solo il Puc ma anche l’ipotesi di lasciare a casa l’urbanista.

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