Siamo tutti pronti, ma forse dovrei scrivere siamo tutte pronte, beh si è vero che si parte in due, uomo e donna, ma ad un certo punto storico che non ha un inizio certo, sembra che il mondo si sia diviso in due, come un cervello, come un titolo, uomo o donna, blu o rosa, poeta o poetessa, scrittore o scrittrice, occidente o oriente, e così via il pregiudizio che incombe nella futura festa, ennesima pronta già la torta, della donna.
Un’ immagine di donna non nuova non vecchia, non giovane non bambina, una sola voce che urla per piazze e striscioni, no alla violenza sulle donne, come se manifestare avesse un senso, come se urlare cambiasse qualcosa, come se alzare il dito in classe e accusare il compagno aggressivo risolvesse con la sospensione o una semplice nota il senso del reato.
Non ci sono sessi per la violenza umana, ci sono personalità disturbate, siano esse donne o maschi che con armi diverse infieriscono sull’altro, a volte basta una lenta agonia di silenzi, di parole dette, di porte chiuse in faccia, di ciniche battute per colpire la sensibilità umana, e sembra questa già un tipo di violenza sottostimata, sottovalutata.
Il fenomeno violenza resta ancora nel mondo, basti pensare a tutti quelli che operano un potere del più forte su scelte politiche, decisionali a discapito dei più deboli, chiunque esprime il suo potere con la forza senza condividere una scelta che corrisponda ai bisogni reali di un paese è un atto di violenza, ma questa è demagogia, come la festa delle donne e di tutte quelle che da domani inizieranno di nuovo a confinare la loro rabbia nella rabbia delle rabbie degli altri.
E’ sicuramente, invece, una bella notizia la nascita in alcune Asl del Nord di centri di ascolto per uomini che hanno usato violenza, sotto l’uso di sostanze, o per altre patologie psichiche in comorbidità e di quanti, tutti in verità, si sono sottoposti a questa forma di ascolto e non hanno più presentato il problema. Pregiudizio?
No, semplicemente pensare, riflettere e sentire e poi dire con umanità, in primis, buona festa dell’umanità a tutti.
d.ssa in psichiatria, Teresa Petrarca
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