venerdì 20 Settembre 2024
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Pompei: ritrovato amianto nelle condutture idriche

POMPEI. Durante i lavori di aggiornamento del sistema fognario di via Astolelle, gli operai della Gori, ditta a cui sono stati affidati tali lavori, hanno riscontrato la presenza di amianto all’interno delle tubature. Il fatto è di per sé sconcertante, ancor più se si pensa che attraverso le condutture in questione viene erogata acqua “potabile” alle case di buona parte della cittadina. Il cilindro di amianto ritrovato dagli operai ad un metro circa di profondità risalirebbe agli anni ‘50 ovvero al periodo in cui furono costruite le prime condutture idriche le quali, però, sono state lasciate all’incuria ed evidentemente mai sostituite da allora. La notizia ha, ovviamente, allertato i residenti per il timore che l’acqua che sgorga ogni giorno dai rubinetti di casa per essere bevuta o utilizzata per cucinare sia inquinata o che possa arrecare gravi danni alla salute, e non si escludono iniziative legali nei riguardi dei responsabili. Esiste, inoltre, anche il sospetto, quasi fondato, che l’amianto non sia presente solo nelle condutture di via Astolelle ma in gran parte del sistema idrico cittadino.
La Legge nazionale n. 257 del 1992 stabilisce che, per le problematiche sanitarie correlate all’amianto, è vietata la produzione e la commercializzazione di prodotti contenenti tale sostanza nociva in quanto è causa di malattie mortali come i tumori all’apparato gastro-intestinale o alla laringe, per questo Antonio Scala, consigliere della Sinistra Democratica, chiede al presidente della Giunta regionale, all’ assessore all’Ambiente e all’assessore alla Sanità se sono a conoscenza di tali scoperte e “come è possibile che, nonostante da anni vengano stanziati fondi cospicui che affluiscono nelle casse dei consorzi che gestiscono il servizio idrico integrato, come GORI Spa, ai quali è affidata anche la manutenzione delle reti idriche, le condutture risultino essere ancora quelle di mezzo secolo fa, perciò obsolete e pericolose” e inoltre se “non sia, invece, il caso di fare intervenire l’ARPAC per monitorare l’acqua ad uso domestico per rilevare l’effettiva presenza di amianto”, infine “quali provvedimenti urgenti si intendono prendere a tutela della salute pubblica e del bene comune acqua che attraverso condutture fatiscenti viene sprecata e inquinata”.

Mina Spadaro

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