Proseguono a Pompei i controlli antiprostituzione. I carabinieri della locale stazione hanno scoperto in un appartamento di via Mazzini, un centro non autorizzato per trattamenti di massoterapia. I militari dell’Arma hanno accertato che l’appartamento – senza luce né acqua – era nella disponibilità di tre donne cinesi, tutte regolari in Italia, che oltre a trattamenti di manipolazione e massaggi offrivano prestazioni sessuali con un pagamento supplementare di 30 euro. I carabinieri indagano su un’organizzazione che gestiva l’attività di prostituzione.
Mentre a Pompei si indaga, a Napoli, nei pressi del Duomo, questa notte i carabinieri della stazione Posillipo, hanno arrestato per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione Michele Granieri, 38enne di Melito, imprenditore, e Najah Fathi, 32enne tunisino, residente a Casalnuovo, impiegato, regolare sul territorio nazionale. I due sono, rispettivamente, amministratore e addetto alla reception dell’hotel “Des Artistes”, in via Duomo 61. I militari dell’Arma hanno accertato che i due sfruttavano ragazze di nazionalità straniera, consentendo l’attività di meretricio all’interno dell’albergo. Le ragazze, contattabili su interenet, fissavano gli appuntamenti con i clienti nell’albergo, lasciando loro un nome di fantasia.
Al momento dell’appuntamento il cliente si presentava in albergo chiedendo alla reception della donna (della quale diceva il nome di fantasia) e poi veniva mandato nella stanza dove era atteso, senza essere registrato. Per le 5 camere messe a disposizione delle prostitute l’amministratore pretendeva un pagamento triplicato rispetto a quello che normalmente viene applicato ad altri avventori. I carabinieri hanno sorpreso all’interno della struttura 5 prostitute di nazionalità spagnola e brasiliana. Nel corso di una perquisizione i militari hanno rinvenuto e sequestrato numerosi preservativi, gel lubrificanti ed olii profumati. L’intera struttura alberghiera, composta da 11 camere, sale da pranzo ereception, è stata posta sotto sequestro. Gli arrestati sono stati tradotti nella casa circondariale di Poggioreale.
Giovanna Salvati
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