domenica 29 Settembre 2024
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Pomigliano. Scandalo ricette false per avere rimborsi da Servizio sanitario,17 misure cautelari

Pomigliano. Figurano medici di medicina generale, farmacisti e titolari di laboratori di analisi tra le 17 persone indagate dalla Procura di Nola (Napoli) a cui i militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno notificato 17 provvedimenti cautelari (un arresto ai domiciliari e 1misure interdittive) nell’ambito di un’indagine su una truffa al Servizio Sanitario Nazionale (Ssn).

Gli inquirenti contestano anche i reati di falsità ideologica, corruzione e associazione a delinquere.
I finanzieri hanno individuato a Pomigliano d’Arco (Napoli) due associazioni a delinquere ai cui vertici c’erano dei medici di medicina generale che avrebbero messo a segno una lunga serie di truffe al Ssn utilizzando false prescrizioni di medicinali che poi venivano indebitamente rimborsate dall’Asl.
Il gip ha disposto gli arresti domiciliari per un medico di base, ritenuto il promotore delle due associazioni a delinquere.
Due medici di base sono stati sospesi per un anno dal pubblico servizio/ufficio connesso con l’esercizio della professione medica in convenzione con il Ssn; sospesi per un anno anche 7 farmacisti; a due legali rappresentanti di centri diagnostici è stato notificato il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per un anno; a un ex farmacista e a due informatori scientifici è stato notificato un divieto di dimora nel comune di Pomigliano d’Arco infine due infermieri sono stati sospesi per un anno dall’esercizio della professione per conto di enti pubblici e privati convenzionati con il Ssn.

 

Nello specifico i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Noia, su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di diciassette persone indagate, a vario titolo, per truffa aggravata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati, corruzione e associazione per delinquere. Il provvedimento costituisce l’epilogo di complesse indagini che hanno consentito di ipotizzare l’operatività di due distinte associazioni per delinquere radicate sul territorio del comune di Pomigliano d’Arco, costituite, organizzate e dirette da medici di medicina generale, convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale e da alcuni titolari e gestori di farmacie e laboratori di analisi ematochimiche. Si ipotizza che le associazioni fossero funzionali alla commissione di una serie indeterminata di truffe ai danni del S.S.N. mediante la produzione di false prescrizioni di prodotti farmaceutici o di analisi cliniche di laboratorio. In particolare, secondo l’ipotesi investigativa — allo stato condivisa dal Giudice per le Indagini preliminari di Noia – la prima associazione avrebbe operato emettendo ricette aventi ad oggetto false prescrizioni di natura farmacologica in favore di soggetti esenti dal pagamento del ticket sanitario, in modo da assicurare la gratuita disponibilità dei farmaci, i quali – tuttavia – non sarebbero stati erogati ai formali beneficiari così determinando l’indebito rimborso del costò dei prodotti-a éaritd-del éo-un corrispondente danno per le casse dell’A.S.L. territorialmente competente. -Lo schema illecito ipotizzato all’esito delle indagini si articolava nelle seguenti fasi: i professionisti di uno studio medico associato di medicina generale e i titolari di sei farmacie di Pomigliano d’Arco (una delle quali municipalizzata) si accordavano tra loro e, in taluni casi, con gli informatori scientifici, interessati all’azzeramento delle giacenze di magazzino dei prodotti sponsorizzati, per l’emissione e l’accettazione di ricette mediche per prodotti farmacologici intestate a pazienti esenti dal pagamento del ticket ed aventi a oggetto farmaci che non venivano concretamente consegnati ai formali beneficiari; le ricette venivano materialmente compilate in formato cartaceo o telematico dal personale dipendente dello studio medico o dal personale delle farmacie; il personale delle farmacie procedeva a prelevare le cc.dd. “fustelle” dalle confezioni dei farmaci e le apponeva sulle ricette false, che venivano poi inviate all’A.S.L. territorialmente competente, ai fini dell’erogazione della compensazione economica dei farmaci, solo apparentemente commercializzati; – i medicinali non consegnati, privati della “fustella”, venivano temporaneamente accumulati e custoditi presso le farmacie compiacenti per poi essere ritirati dal medico di base o dai dipendenti dello studio. Quanto alla seconda associazione per delinquere, l’ipotesi delineatasi all’esito delle investigazioni è che il sodalizio operasse attraverso l’emissione di false ricette per esami ematochimici in favore di soggetti esenti dal pagamento del ticket sanitario, diversi dagli effettivi fruitori delle prestazioni sanitarie pre-scritte, ed in aggiunta contenenti l’indicazione di esami non eseguiti, ulteriori e più costosi rispetto a quelli richiesti ❑ necessari alle esigenze del paziente. Il sistema illecito contribuiva, evidentemente, ad un precoce esaurimento dei fondi regionali – assegnati alle varie strutture sanitarie convenzionate con il S.S.N. – già nei primi giorni del mese, costringendo un elevato numero di contribuenti a pagare, di tasca propria, gli esami clinici che gli sarebbero spettati a titolo gratuito o con la partecipazione alla spesa, nelle forme e secondo le modalità previste dalla legislazione vigente.

 

Pomigliano. Scandalo ricette false per avere rimborsi da Servizio sanitario: ecco i nomi

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