Pomigliano d’Arco. Si propongono come l’alternativa possibile a quello che “puzza di vecchio e tutto ciò che di nuovo ha solo l’abito”.
“L’altra Pomigliano” la lista di Sinistra che candida Fabio Birotti, Etno-Antropologo, di 47 anni come sindaco. Birotti è stato assistente all’Università degli studi di Napoli Suor Orsola Benincasa e collaboratore all’Università del Molise, ha collaborato con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della regione Lazio.
Per quale ragione ha deciso di candidarsi alla guida di Pomigliano?
Credo sia arrivato il momento di risvegliare la nostra coscienza culturale e collettiva, perché per troppo tempo Pomigliano d’Arco è rimasta schiacciata sotto il peso dell’incapacità politica e umana mediocrità. Ho incontrato questo gruppo di persone che stava lavorando a un’idea politica innovativa, una politica che ha come modello il superamento delle appartenenze e dei simboli, soprattutto quelli partitici, a favore di una coalizione di persone illuminate e impegnate della società civile. Abbracciare la loro causa è stato del tutto naturale per me. E, ovviamente, altrettanto spontaneo è stato passare dalle parole ai fatti con una candidatura per Pomigliano.
I punti del progetto cui tiene di più?
Tutti i sette punti del nostro programma sono profondamente rivoluzionari ma soprattutto utili, concreti e realizzabili. Interventi che, se fossero applicati, in cinque anni, possono cambiare l’organizzazione, il tessuto economico, sociale e urbano della nostra città. Sono progetti innovativi che vanno dal Lavoro, al Welfare, all’Ambiente, alla Cultura, alla Partecipazione democratica. Un programma in netta contrapposizione con le politiche di centro destra e di centro sinistra che hanno massacrato il nostro territorio, rubandoci il nostro futuro. E’ possibile consultarlo sulla nostra pagina facebook L’Altra Pomigliano.
Ci spiega come ha scelto i candidati che la sostengono?
Un gruppo di persone fantastiche, attive, piene di idee e di speranze. Ognuno dei candidati ha sviluppato grandi competenze nel settore di suo interesse, grazie all’esperienza acquisita con anni di attivismo politico e sociale. Sono l’Altra Pomigliano o, come li definisco io, una Pomigliano Altra, dinamica, fiduciosa e pragmatica. Prego i lettori e tutti i cittadini di Pomigliano d’Arco di venirli a conoscere, sono sempre pronti ad accogliere tutto e tutti e a presentare soluzioni e a ricevere nuovi spunti propositivi, reali e concreti.
Oltre al suo impegno, perché i pomiglianesi dovrebbero scegliere lei come sindaco?
Perché protendo ad una svolta mentale, perché abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale, perché non possiamo più attendere mentre andiamo incontro alla nostra definitiva distruzione. Per farlo è necessario modificare, dal più profondo il nostro modo di pensare e di agire nei confronti dell’altro, del diverso e della società; dobbiamo “saper essere” senza più illusioni e nascondimenti, procedere nell’infinita sfera del “sapere oltre”, dobbiamo liberarci di tutti quei segni culturali che ci hanno, in maniera cogente e pervasiva, resi aridi, immobili e immutati nei confronti del nostro futuro, di ciò che era e di ciò che è. I pomiglianesi dovrebbero votarmi perché, da etno-antropologo, studio i problemi all’origine: oltre ogni ovvietà e illuso apparire.
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