giovedì 19 Settembre 2024
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Pomigliano, La richiesta del presidente Enam: “Collaborazione dei lavoratori”

Pomigliano d’Arco: “Massima cooperazione e comprensione da parte dei lavoratori”: sono queste le richieste di Nicola Di Raffaele, presidente dell’Enam, l’ente cento per cento pubblico che gestisce il servizio di nettezza urbana sul territorio pomiglianese, agli operatori della società. Alle prese con i difficili bilanci ereditati, si ricorda la scelta del nuovo top manager di avviare una procedura di mobilità per 37 unità lavorative su 150. Una procedura che ha determinato fin dal principio un tavolo di raffreddamento fra lavoratori ed azienda, arrivando ad indire sciopero di 24 ore per la giornata del 22 novembre. “Capisco che il sindacato deve difendere i diritti dei propri iscritti e definisco il diritto allo sciopero un diritto sacrosanto” ha affermato Di Raffaele, “ma bisogna evitar di creare rivendicazioni eccessive, quando il mio scopo è proprio il rilancio occupazionale”. “La mobilità” come tende ad evidenziare, “non è un licenziamento collettivo, è una procedura rigida che in base alla legge 223/1991 può portare al riassorbimento totale o parziale dei lavoratori” aggiunge. Il giurin giuretto di Di Raffaele ha la propria fondatezza nel progetto di un sito di compostaggio più volte richiamato. “Mi recherò stesso il 18 di questo mese al tribunale di Nola per poter ottenere i suoli dell’area industriale, se c’è disponibilità da parte del Comune” aggiunge il presidente. Il progetto di cui si sta parlando ha ad oggetto un impianto di compostaggio anaerobico collocato di fronte l’Alenia, a cui sarebbe riservato il trattamento dell’organico con la conseguente produzione di energia. Massimo 20 unità sarebbero richieste nel sito per uno smaltimento di 30 mila tonnellate l’anno. Il tutto assicura Di Raffaele “porterebbe ad 1 milione di euro di utili ogni anno”. Già diversi Comuni limitrofi hanno avanzato la concreta volontà ad essere piena parte attiva in tale progetto, fra questi il sicuro appoggio lo hanno manifestato il comune di Castello di Cisterna e quello di Casalnuovo. Sulla base della sentenza del Consiglio di Stato del 2008, la possibilità di allargare a tali territori l’idea sarebbe reale e quasi imminente. Questo perché, la sentenza in questione ha confermato la possibilità di società in “house providing” aperta a più soggetti, qui i comuni. Soggetti che a loro volta, potranno gestire e decidere indipendentemente dal capitale sottoscritto. Il tutto evitando gare d’appalto, come in questo caso, rendendo più veloce l’intera procedura. Intanto il “socio” come Di Raffaele ama chiamare il Comune di Pomigliano ha considerato la situazione arrivando a tali considerazioni: “L’azienda ha il sacro santo dovere di fare quadrare i bilanci” ha dichiarato il sindaco Lello Russo“e il Comune anche di salvaguardare i posti di lavoro. La strategia dell’Amministrazione Comunale si compone di vari momenti : il primo è quello di perseguire tutte le strade affinché una parte dei lavoratori dell’Enam possa essere trasferita al Comune , una parte del personale all’ASM . E ancora “c’è la necessità e l’obbligo da parte dell’Amministrazione Comunale di salvare l’Enam ma non di salvarla nel modo in cui è stata sempre salvata, cioè mettendo una pezza una volta ed una pezza un’altra volta” ha continuato il primo cittadino. “Tenete presente che stando così la situazione, nonostante gli sforzi ed i sacrifici fatti , il Comune dovrebbe metterci ben 1.700.000 euro all’anno. Significherebbe fallimento dell’Enam da qui ad un paio di anni. Naturalmente questo non lo vogliamo perché ci sono posti di lavoro ed anche perché si incomincia ad intravedere all’orizzonte la possibilità di un bilancio di questa azienda ed anche perché l’Enam è entrata nella coscienza dei cittadini” .

Isabella Esposito

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