martedì 24 Dicembre 2024
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Pollena Trocchia, un container per l’Africa

POLLENA TROCCHIA – Partirà ad ottobre dal comune vesuviano, un container per i bambini del Togo. Si potranno spedire medicinali, generi alimentari, vestiario, prodotti per l’igiene della persona e per la scuola oltre ad attrezzature elettoniche come pc e televisori funzionanti.


Sarà il 6 ottobre prossimo il punto di raccolto nel comune alle pendici del Monte Somma. A partire dalle ore 15 a via Caracciolo si potranno donare: ALIMENTARI legumi secchi, pasta, olio, scatolame, formaggi stagionati e prodotti alimentari a lunga conservazione, orzo solubile, nutella, caramelle – FARMACI antibiotici, antidolorifici, antimalarici (tutti in compresse) – IGIENE prodotti per l’igiene della persona, della casa e stoviglie – MATERIALE DIDATTICO quaderni, penne, matite, pastelli, zainetti – VARIE computer e annessi, televisore (vanno bene anche usati purchè in buono stato e funzionanti ). Lenzuola, asciugamani, scarpe estive (38-44), una quindicina di metri quadrati di mattonelle per i bagni e docce.
I beneficiari della spedizione saranno la casa-famiglia per bambini orfani a Togoville; la Caritas diocesana di Aneho (O.C.D.I ) e la missione Comboniana di Tabligbo. L’iniziativa è promossa dall’associazione Mama Africa di Enzo Liguoro, nativo di Pollena Trocchia, professore in pensione che ha investito la propria liquidazione, prima, e la pensione a tutt’oggi, nella costruzione di una casa famiglia per bambini orfani di entrambi i genitori e per i bambini di strada. «La struttura, che grazie all’aiuto di amici, associazioni ed enti istituzionali, sta diventando un vilLaggio, ospita attualmente 37 bambini. In piu, – aggiunge Liguoro – sta diventando un centro per la distribuzione di farmaci per gli ammalati di anemia falciforme (patologia diffusissima in regione e che non permette di arrivare all’adolescenza) e per altre categorie di ammalati, poverissimi, che non possono permettersi ” il lusso ” di comprare farmaci per la malaria, amebiasi, vermi ed infezioni intestinali».
Parole toccanti quelle di Enzo che oramai dal 2006 si divide tra Napoli ed il Togo. Ripartirà infatti il prossimo novembre per la casa che con spirito di sacrificio e amore ha messo su nell’ultimo anno. Insieme a lui, in questa raccolta che terminerà il 6 ottobre, tante persone si stanno già mobilitando sul territorio per riempire il container. Franco Piemonte, medico chirurgo, si è lanciato nell’iniziativa senza pensarci due volte. «Stiamo facendo tutto il possibile per aiutare questi bambini – spiega Piemonte – chi vuole dare una mano può contattare anche me presso la Clinica Meluccio di Pomigliano».
«Poco più di 10.000 abitanti questo villaggio lo si raggiunge preferibilmente in piroga – spiega Enzo – perché è situato su un lago. La gente è dedita essenzialmente all’agricoltura (mais, canna da zucchero, manioca). Un’agricoltura di sussistenza senza sbocchi commerciali. Se piove si raccoglie, altrimenti…niente! La disoccupazione tocca cifre altissime e la fuga da parte dei giovani verso la capitale Lomè è in crescita. Anche se poi la capitale non offre alcuna opportunità salvo ingrossare le fila di quelli che si arrangiano o peggio ancora della microcriminalità che comincia ad essere un fenomeno preoccupante».
L’elettricità serve un 10 % della popolazione mentre l’acqua potabile una percentuale ancora inferiore. «Normalmente in ogni parcella c’è un pozzo la cui acqua se non bollita provoca spesso vermi, dissenteria ed amiebasi intestinale o epatica – continua Enzo – ma il carbone costa. Le condizioni igienico-sanitarie sono pessime ed un ospedale degno di tal nome è a circa 30 km percorribili in più di un’ora a causa delle precarie situazioni stradali. Non esiste assistenza sanitaria statale e tutte le spese mediche, farmaceutiche ed ospedaliere sono a carico dell’ammalato. Un salario medio ( per i fortunati che ce l’hanno) è di 30 euro al mese circa».
Sono già circa 40 i ragazzi orfani che usufruiscono della struttura potendo finalmente ricevere da mangiare, da studiare e da curarsi. Tutto ciò è stato possibile grazie alla solidarietà di donne e uomini di buona volontà che hanno deciso di agire.

Anna Paola Bove

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