giovedì 19 Settembre 2024
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Pollena Trocchia. Dall’opposizione critiche al protocollo d’intesa per l’Apicella

Pollena Trocchia. “L’Apicella è una struttura sanitaria che ha ormai perso tutte le funzioni che aveva in quanto ospedale. Non lo si chiami più in questo modo”. Nicola Coppola, consigliere di minoranza al comune di Pollena Trocchia, è decisamente critico sull’approvazione del protocollo d’intesa sottoscritto dal sindaco con Maurizio D’Amora, direttore sanitario dell’ASL Napoli 3 sud.

“Parlano di un protocollo d’intesa importante – ha affermato Coppola – ma io non vedo nessun passo avanti. L’Apicella è stato depauperato di reparti da quando in tempi non sospetti venne portato via con una scusa eclatante quello di Ginecologia. Insieme al pronto scorso, poi, sono andati via Psichiatria, Chirurgia e Medicina. In “day hospital” e “day surgery” verranno effettuati tutti gli interventi che un medico ospedaliero considera “di serie B”: abbiamo praticamente messo i medici dell’Apicella a lavorare al servizio di quelli di Nola. L’unico elemento nuovo che usciva fuori da questo protocollo d’intesa è l’intramoenia, che trasforma in modo evidente l’ospedale di un’azienda pubblica in una struttura che verrà utilizzata in maniera privatistica a tutto svantaggio del paziente, che ora si ritroverà spesso a pagare per servizi di cui prima usufruiva gratuitamente”.

Fatto sta il protocollo d’intesa ha le sue basi in un progetto di riqualificazione votato in consiglio comunale anche da voi della minoranza. “È vero, il sindaco si vanta di aver avuto l’approvazione unanime del suo progetto di riqualificazione ma dimentica un particolare importante: il gruppo di minoranza lo votò solamente perché ci venne promesso che sarebbe stato integrato con una nostra proposta che avrebbe innalzato di molto il livello della discussione. In pochi punti chiedevamo la riapertura del pronto soccorso, un reale adeguamento strutturale con i 12 milioni di euro che sono stati stanziati e l’autonomia gestionale organizzativa ed economica. Per inciso, mi chiedo perché questo progetto di riqualificazione sia stato scritto da due tecnici esterni (i dottori Gaetano di Tuoro e Giuseppe Manno ndr), quando all’interno della maggioranza le competenze per scriverlo c’erano già. Mi sembra che qui si stia facendo di tutto per allargare il proprio entourage politico ad un anno dalle elezioni amministrative”.

Ma il problema più serio è proprio quello a monte della questione: la chiusura del pronto soccorso. “Sicuramente. Noi chiedevamo la riapertura di un pronto soccorso che serviva un’utenza di 400 mila persone ed effettuava mediamente 60 mila prestazioni all’anno, salvando anche delle vite grazie ad interventi tempestivi. Ma la nostra proposta guardava anche oltre il problema del trattamento delle urgenze, noi parlavamo dello sviluppo della medicina del territorio, proiettata verso un’idea che abbandona il modello ospedalo-centrico. Si sarebbe potuto realizzare a costo zero un’avveniristica “struttura della salute” all’interno dell’Apicella ospitando durante il giorno i medici di assistenza primaria per poter effettuare il proprio ambulatorio e, nel caso di pazienti con sintomatologie importanti, avvalersi delle consulenze specialistiche e strumentali presenti nel PSAUT, che in tal modo fungerebbe anche da filtro verso accessi impropri ai pronto soccorso presenti nell’area metropolitana. Nelle ore notturne ci avrebbe pensato la comunità assistenziale a svolgere lo stesso compito”.

Il primo cittadino ha sempre affermato di voler ottenere il massimo possibile, ma senza andare oltre i paletti imposti dalla legge. “Nessuno di noi è un fuorilegge ma tutti sappiamo che le norme possono essere contestate anche dall’interno, se sono ingiuste. Mi chiedo ancora se sia per incapacità o per servilismo al partito che Francesco Pinto abbia deciso di non muoversi in nessuna occasione per difendere un pezzo importante del suo territorio”.

Gennaro Addato

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