POLLENA TROCCHIA. La maggioranza vara il bilancio di previsione 2013. Nel documento contabile condiviso non ci sono stati aumenti sulla pressione fiscale, Tares invariata. Soddisfatta la maggioranza, un po’ meno l’opposizione, con voto contrario: Francesco Addato della lista “Per il bene di Pollena Trocchia”, accusa poca trasparenza e soldi spesi male. Rincara le critiche Raffaele Di Fiore capogruppo de “Pollena Trocchia Prima di tutto” che aggiunge la mancanza totale di investimenti per la crescita del territorio.
Il primo atto della maggioranza, guidata da Francesco Pinto al secondo mandato, è stata la designazione del capogruppo di maggioranza, il vuoto è stato unanime per il consigliere Giuseppe Campajola, una nomina che è arrivata soltanto al terzo consiglio comunale.
Entrati successivamente nel vivo della discussione, sul fronte Tares il cambiamento del tributo (passaggio dalla Tarsu alla Tares), non comporterà un aumento della pressione fiscale sulle utenze domestiche e non, anzi, la maggioranza comunica che sono state previste una serie di agevolazioni tra le quali l’esenzione completa per i cittadini fuori dall’età lavorativa con reddito annuo non superiore a 8mila euro che vivono in case in affitto, e l’esenzione al 50% per coloro che con lo stesso reddito vivono in un appartamento di proprietà.
“Ho esaminato gli atti e rilevo poca trasparenza – dice Addato – molte spese sono indicate in modo generico: un cittadino che vuole sapere come vengono spesi i suoi soldi non lo può mai comprendere pienamente. I soldi inoltre sono spesi molto male”.
Per Di Fiore la maggioranza continua a non voler risposta o risoluzione ad alcune delle criticità che da settimane pone con forza all’attenzione dell’amministrazione e del segretario Generale, tanto da richiedere l’invio degli atti alla Corte dei Conti.
“Si è approvato un Regolamento Tares che paradossalmente riserva detrazioni a chi può permettersi una tata a tempo pieno per i propri figli – dice Di Fiore – e dimentica completamente ragazze madri, famiglie povere con disabili riconoscendo uno stato di disagio ai soli ultra 65enni con reddito inferiore a 8 mila euro. Si continua, infine, a calcolare e chiedere il pagamento della Tares senza attivarsi per creare un ciclo virtuoso che porti all’abbattimento delle aliquote”.
di Patrizia Panico de Il Mattino area sud – costiera
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