domenica 8 Settembre 2024
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Politica, cultura e impegno sociale: l’esperienza di Diego Venanzoni con la sua associazione Fare Centro

Napoli. L’impegno nel sociale come mission, l’associazionismo come mezzo di cultura e buona politica: è questa la strada tracciata da Diego Venanzoni nel suo ruolo di consigliere regionale di maggioranza nel gruppo “De Luca presidente”. La sua attività politica ben si è fusa con quello che è il mondo delle associazioni, importanti non solo a livello sociale ma anche come supporto alla politica dei vari territori. Un percorso che Venanzoni porta avanti con impegno e orgoglio grazie alla sua associazione Fare Centro, promotrice di cultura e grazie alla quale riesce puntualmente a rispondere alle istanze dei cittadini campani. E’ proprio il consigliere regionale che ci svela il grande lavoro e le attività della sua associazione.

 

Consigliere Venanzoni, quando nasce l’associazione e come è giunto a tale decisione?

L’associazione nasce due anni fa. Fare Centro presta il fianco anche ad un gioco di parole nel senso che venendo da una cultura centrista di stampo popolare-cattolico è il luogo ideale per me sul piano del perimetro politico. Ma Fare Centro significa anche tanto altro: raggiungere l’obiettivo, realizzare un bisogno, un’esigenza, significa saper ascoltare. Fare Centro per me raccoglie elementi di concretezza nel rapporto con il territorio.

 

Di cosa si occupa l’associazione?

Fare Centro è il mio contenitore culturale. E’ la mia associazione di cui sono presidente e che utilizzo per le mie iniziative di carattere culturale-politico. Quindi iniziative di dibattito, di confronto, di presentazione di libri, insomma è un grande aiuto anche per la funzione politica. L’esigenza viene fuori per l’assenza di partiti. Personalmente sono fiero e orgoglioso del mio gruppo “De Luca Presidente” e quindi non ho ovviamente un partito di riferimento. Per questo motivo molto spesso vi è una carenza sul piano delle strutture e in tante occasioni il mondo delle associazioni che rappresentano un modello culturale svolgono anche una funzione che amo definire “Quel luogo di necessaria mediazione in rapporto con il territorio”. Quindi quel luogo nel quale ritrovarsi, discutere e confrontarsi con i cittadini.

 

Dove sono ubicate le sedi di Fare Centro?

Ne abbiamo diverse in provincia che sono dei punti di riferimento legate in particolar modo ad alcuni amici ma la struttura principale si trova al Centro Polifunzionale a via Nuova Poggioreale, ex centro Inail. Inoltre c’è un’altra sede “nel mio luogo ideale” inteso come luogo nel quale sono residente, nel quartiere in cui vivo, tra il Vomero e l’Arenella.

 

Quale risultato raggiunto con l’associazione è stato più significativo per lei?

Abbiamo fatto davvero tante iniziative. Una alla quale tengo particolarmente riguarda il ruolo, lo stato e l’attuale condizione degli istituti penitenziari napoletani. Questa è una cosa che mi ha toccato non poco.  Coinvolgemmo anche il garante dei detenuti regionale Samuele Ciambriello, professionisti e tutte le associazioni vicine ai nostri istituti penitenziari per approfondire il tema della NON vivibilità all’interno delle carceri. E’ stato uno di quei temi che mi ha molto appassionato e da lì, nel corso degli ultimi mesi, ho svolto diverse visite nei penitenziari come consigliere regionale per non far spegnere quella luce, quella necessaria condizione di attenzione che deve esserci soprattutto per quanto riguarda la struttura di Poggioreale dove ci sono condizioni di vivibilità disumane.

 

Quali sono i progetti futuri per Fare Centro?

Uno dei temi che voglio affrontare nei prossimi mesi è quello delle politiche attive del lavoro. La necessità di rilanciare i progetti del post reddito di cittadinanza, la misura Gol e soprattutto l’idea che le regioni e in particolare i centri per l’impiego devono continuare a svolgere una funzione per l’interesse del territorio. In altre parole tutta quella progettazione di avvio – mi riferisco ai percorsi formativi – devono poi realizzarsi con un’occupazione vera.

 

Un resoconto di questi quasi 5 anni di lavoro al governo della regione con il presidente De Luca…

Una delle questioni affrontate e sul quale ci sono state anche spesso discussioni e strumentalizzazioni riguarda il tema della sanità.  Credo che gli interventi fatti in questi anni siano stati fondamentali soprattutto per far crescere le nostre strutture ospedaliere e per programmarne altre: mi riferisco ad esempio al polo pediatrico Santobono che avverrà nell’area di Ponticelli, mi riferisco all’uscita dall’emergenza Covid, mi riferisco agli oltre 5 mila precari che sono stati stabilizzati nel corso di questi anni e ancora altri si dovranno stabilizzare. Aggiungo ancora che siamo in una fase nella quale si sta provando, con l’aiuto anche di altri colleghi del consiglio regionale, di trovare una cornice definitiva al mondo dei privati che all’interno delle strutture pubbliche sanitarie regionali vivono ancora una condizione di precarietà. Ricordiamo che nel corso degli anni, soprattutto durante il Covid, il mondo della sanità privata all’interno del pubblico ha svolto un ruolo essenziale e per questo dovrebbe essere comunque stabilizzato e valorizzato. Non dimentichiamo, inoltre, anche l’intervento della Regione durante le Universiadi. Oltre lo stadio Maradona sono state ristrutturate decine e decine di strutture sportive della nostra regione. Dunque iniziative importanti che hanno modificato il volto di alcune realtà. E poi ancora il voucher, sempre in tema di sport, dato a migliaia e migliaia di ragazzi che hanno le caratteristiche per svolgere gratuitamente attività sportive.

 

Il prossimo anno dunque si ricandiderà?

Assolutamente si!

 

Quali sono le sue considerazioni sul delicato periodo storico che sta vivendo l’Europa tra guerre e anche un ritorno significativo dell’estrema destra?

Sono questioni che devono essere guardate e analizzate in maniera molto realistica. E’ chiaro che anche le stesse dimissioni di Macron in Francia fa capire che un po’ il vento dell’Europa soffia verso il centro destra ma che io definisco verso la sinistra un po’ più estrema. Io personalmente auspico che il polo moderato, ovvero tutta l’area popolare cattolica, insomma i popolari europei, possano diventare nuovamente centrali perchè c’è bisogno e voglia di una politica che sia moderata, fatta di equilibrio e che sia lontana da meccanismi di estremizzazione sia di sinistra che di destra.

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