giovedì 19 Settembre 2024
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Polemiche nel Pd, “Basta, siamo ostaggi di Gino Cimmino”

Da Pietro Allocca, iscritto del Pd di Somma Vesuviana, riceviamo una lettera che pubblichiamo

IL PD SOMMESE OSTAGGIO Di UN SOLO UOMO “CIMMINO LUIGI detto Gino” (Ovvero dieci anni di dittatura)

Dopo la nefasta esperienza della giunta di Vincenzo D’Avino noto chirurgo sommese che fu candidato dall’allora Ds (anno 2001) e supportato da tutto il centrosinistra, fallì come esperienza perché gli allora DS guidati dal consigliere\segretario Gino Cimmino, uscirono dall’amministrazione per motivi ancora oggi sconosciuti ai più, qualcuno disse personali tra la famiglia Cimmino (in particolare con il fratello maggiore arch. Salvatore, che aveva la presunzione di voler gestire tutto ciò che riguardava l’urbanistica sommese, attraverso nomine di assessore Mauro Chiesi ed dirigente Monica D’amore) ed il
Sindaco. Per poi passare alle elezioni del 2006 dove il centrosinistra si
presentò spaccato, vista la presunzione dello stesso Cimmino Gino di voler imporre l’allora candidato architetto Alberto Angrisani che ebbe il magro risultato di arrivare terzo dopo il candidato del centrodestra il dottor Raffele Allocca (detto Ferdinando) ed il candidato della Ginestra (lista civica) Ciro Raia che al ballottaggio perse la sfida in quanto l’illustre Gino Cimmino disse che non ci poteva essere apparentamento in quanto si sarebbero traditi gli elettori.
Addirittura il DS ottennero il minor numero di preferenze mai registrato
ottenendo solo due seggi su trenta consiglieri, ed il Cimmino non fu nemmeno eletto avendo ottenuto solo 160 preferenze. Ma la lezione non gli bastò tant’è vero che ad appena un anno e tre mesi dopo il sindaco Allocca veniva sfiduciato da 23\30 consiglieri comunali ,che così facendo fecero ritornare alle urne Somma Vesuviana. Allora il nostro Cimmino nel frattempo “accasatosi” in Federazione, nonché votato come delegato nazionale, attraverso la sua rete di collaboratori sempre gli stessi che si scambiano i ruoli, ma sono sempre lì, con la stessa presunzione di due anni prima, ma questa volta sotto il simbolo del nascente PD sommese, reimpone a scapito di candidature di larga
condivisione, la candidatura del ex sindaco Alfonso Auriemma, il quale anch’esso poveretto con una campagna elettorale dai toni vittimistici riesce solo ad arrivare terzo su tre pretendenti, ma guarda caso questa volta il gruppo dirigente capitanato dal braccio destro del Gino Cimmino , l’ottimo Gianni Piccolo, decide di apparentarsi con chi era andato al ballottaggio contro Allocca e cioè il candidato a sindaco dell’UDC avvocato Arturo Rianna, sortendo l’unico effetto certo, oltre naturalmente alla sconfitta elettorale, la elezione del consigliere Gino Cimmino che, in mancanza dell’apparentamento, non
sarebbe, di nuovo, stato eletto. Ma neanche questa lezione è bastata all’ottimo Cimmino. Per passare il testimone politico e dedicarsi a qualcosa di più proficuo e soddisfacente. Visto che per ben otto mesi impedisce il tesseramento di persone che volevano partecipare, attratte, dal grande progetto del PD nazionale, e solo grazie al commissariamento della segreteria provinciale, in
seguito alle dimissioni di Gino Nicolais, il Commissario Enrico Morando,
sblocca la campagna di radicamento del PD e fissa le date della costituzione dei circoli di base. E per finire oggi alla luce di una situazione che vede il coordinatore cittadino Maurizio de Nino DIMISSIONARIO, ed da una mancanza di una alternativa condivisa dai più ,su di una soluzione di tipo istituzionale prevista dallo statuto regionale all’art.13.si eleva a giudice ed a giustiziere di tutti quelli diversi da lui e stabilisce che la pura applicazione della norma statutaria è “UN COLPO DI MANO “ che lui non si sa, con quale titolo debba scongiurare.Chiudo dicendo che io il firmatario di questa missiva insieme
a centinaia di iscritti,ed altre centinaia di elettori del PD sommese diciamo, basta siamo stufi di essere governati da questo o da qualsiasi altro dittatore noi siamo per la condivisione e la compartecipazione di tutto quello che si deve fare e\o decidere,e ci appelliamo a voi padri fondatori del PD affinchè ci possiate liberare da questa schiavitù.

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