giovedì 19 Settembre 2024
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Poggiomarino. Tenta di dare fuoco al cancello della caserma dei carabinieri, in manette un rumeno

Poggiomarino. Cerca di dare fuoco al portone della caserma dei carabinieri: in manette un rumeno. Attimi di paura, sconcerto ed incredulità la scorsa notte, alla vista di alte fiamme che in pochi istanti hanno invaso il portone di ingresso della caserma dei carabinieri di Poggiomarino. Un vero e proprio raid punitivo consumatosi in via Manzoni, dove la reale causa risiede nello stato di ebbrezza in cui l’uomo versava. E cosi questa volte a finire nell’occhio “delle vendette” loro, i paladini della legalità locale. E’ da poco passata la mezzanotte. All’interno i militari di servizio, due piantoni e tre nei propri alloggi. Il silenzio ne fa da padrone. Ma non per molto. Il militare di servizio nota un uomo, grazie alle telecamere di videosorveglianza maneggiare vicino al cancello della caserma. Un uomo con in mano una tanica di benzina, cosparge il liquido intorno al portone e poi con un accendino alimenta la fiamma. Pochi secondi e via una fiamma. Una sequenza veloce ma efficace a dare l’allarme. incendiato il portone. Appicca le fiamme e scappa via più veloce che può. Tempestivamente i militari cercano di spegnere le fiamme e dopo qualche minuto fortunatamente ci riescono. Scatta cosi la caccia all’uomo. I carabinieri visionano più di una volta le immagini delle telecamere, sino a delineare con chiarezza il volto del raid. Dall’identikit si risale ad un rumeno, Iulian Vuciumeata 33 enne, incensurato. A sirene spiegate i militari partono alla ricerca dell’uomo, e dopo aver perlustrato le strade cittadine, rintracciano l’uomo in una palazzina a circa 500 metri dalla caserma. Il 33enne era in stato di ebbrezza alcolica ed è stato immediatamente arrestato e tradotto in caserma, dove rimane in attesa di rito direttissimo. Per i carabinieri invece solo un gran spavento e qualche danno: come l’annerimento del portone e delle opere murarie a sostegno del manufatto, senza, tuttavia, provocare ulteriori danni.

Giovanna Salvati

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