Poggiomarino. E’ Dirigente Scolastico da otto anni in quella scuola. Dalle otto di mattina sino alle 18,00 è li tra le aule, la presidenza, gli uffici e soprattutto tra i banchi a confrontarsi con gli alunni e con il personale docente, ma i suoi occhi oggi sono di un uomo deluso ed amareggiato per una vicenda che senza accorgersene ha buttato, come una macchina del fango, panico sulla sua scuola, sulla sua “famiglia scolastica”. E’ il preside Alfonso Biagio La Pietra a sfogarsi e a raccontare, senza alcuna remora quello che è davvero accaduto nella sua scuola, alla scuola elementare, Leonardo Da Vinci, il tutto lontanamente distante dalla parola bullismo. Lo fa con semplicità ma con gli occhi lucidi di chi cerca di nascondere una ferita. “ Quello che è accaduto in questa scuola – spiega il prof. La Pietra – è davvero il primo caso di aggressione, e credetemi quando dico cosi, e le cose non possono essere sintetizzate con la parola bullismo che qui in questa scuola non vi è mai, e sottolineo mai stato. Il giorno della manifestazione della Shoah si vi è stato uno screzio ma non tra gli alunni – affonda La Pietra – ma tra due madri che hanno dato un esempio negativo e impensabile, il tutto condannato da me nello stesso momento nel quale è accaduto”. Una madre infatti, in quell’occasione ha aggredito un altro genitore, ovvero la madre di una compagna di classe del figlio. Alla base della lite “futili disguidi tra bambini”. Secondo infatti quanto ricostruito i bambini, entrambi nella stessa classe, quinta elementare, avrebbero ripetutamente avuto scambi di battute e screzi. “Seppure, e sono convinto che alla base ci siano semplici diverbi dettati dall’età – incalza il Dirigente Scolastico – non accetto che i genitori arrivano a cosi tanto. Ho avvertito i carabinieri, come era dovuto data l’aggressione,ho scritto ad entrambe le madri: ho prima rassicurato la madre aggredita ma nel contempo ho condannato il gesto della madre che ha aggredito. Di seguito ho fatto partire tutti gli accertamenti del caso, ho persino coinvolto gli assistenti sociali dai quali aspetto relazione scritte per capire meglio, ho avuto inoltre un confronto con entrambe le madri e ho scoperto di una diatriba non nuova, ma dove io ero completamente ignaro. Avevo disposto la separazione dei due bambini e spostati in sezioni diverse e anche in aule distanti l’una dall’altra, proprio per evitare nuovi episodi”. Eppure dopo cosi tante predisposizioni la madre aggredita ha chiesto il nulla osta per le sue tre figlie. Un caso assurdo, fatto passare per bullismo, ma dove forse la vera chiave di lettura nasce nella mancata integrazione, nonostante il lavoro costante e meticoloso del personale docente, di due bambini che forse troppo spesso diventano vittime di un sistema complesso alla cui origine solo le azioni di genitori o troppo presenti o troppo assenti.
Giovanna Salvati

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