Poggiomarino. “Sono felicissimo, abbiamo vinto, ma soprattutto ha vinto la rinascita di Poggiomarino”. E’ con queste parole, sotto una pioggia di ininterrotti applausi e clamori, che Leo Annunziata commenta la sua vittoria al turno di ballottaggio, che ha decretato da ieri, il suo battesimo a sindaco di Poggiomarino. Una vittoria schiacciante per un uomo semplice che per l’intera campagna elettorale ha lavorato solo con la sua umiltà, senza promesse ma l’entusiasmo che fa grande ogni uomo, coinvolgendo soprattutto il popolo giovane al riscatto e alla riconquista del palazzo municipale. Una presa della Bastiglia si, ma versione vesuviana. La sfida con Andrea Forno, candidato dello scudocrociato si era aperta quindici giorni fa, quando la bocciatura a sorpresa del centrodestra con Vincenzo Vastola al primo turno, lo aveva promosso con il 33 % al turno di ballottaggio con Andrea Forno ed il suo 35%. Pochi voti, si ma che hanno fatto anche questa volta la differenza. Lo spoglio iniziato alle 15,07 ha subito delineato il vincitore. Nelle 17 sezioni, scheda dopo scheda “il re” portava il nome di Pantaleone Annunziata detto Leo. I presidenti di seggi scorrono velocemente i nomi incisi e sbarrati sulle schede. Non è una rincorsa, ma la tensione è alta e cresce. L’adrenalina è tanta, forse troppa. Entrambi i candidati sono rintanati. Alle 16.50 il dato è ufficiale. Leo Annunziata conquista la vittoria senza grosse difficoltà ad Andrea Forno con una percentuale del 56,275 % ed un carosello di 6.040 voti, contro una percentuale del 43,75% ed un totale di 4.693 voti di Andrea Forno. Sono le 16,53, la notizia fa il giro della città ed è subito festa. Annunziata è a casa con i suoi pilastri, coloro che per l’intera campagna elettorale lo hanno sostenuto, una mamma e un padre che hanno cercato sempre di tenergli la mano, anche quando gli avversari lo hanno calunniato, beffeggiato o insultato gratuitamente. Ma anche questo fa parte della politica. Quella stessa politica che però a volte sottovaluta i cittadini. Il popolo di Poggiomarino cosi, ha scelto: Leo Annunziata sindaco. I suoi amici ai avviano a prendere il vincitore. Nel frattempo nel comitato elettorale di Annunziata scoppia il delirio. Spumante, urla, scamazzi di gioia, nessuno trattiene la gioia: non si risparmia niente persino le lacrime sono un segno tangibile di quando poi i sacrifici vengono premiati. Arriva il sindaco ed accolto da un coro esultante del suo nome, sul volto regala l’emozione di una vittoria tanto desiderata quanto conquistata minuto per minuto, voto per voto. Nessuna promessa, nessun accordo, solo voglia di portare quel paese alla rinascita. Questa volta il professore filosofo non riesce a resistere e trattenere la gioia e si lascia andare ad abbracci, strette di mano e un osanna che lo vedono persino esser portato a spalla. Il neoeletto primo cittadino ha cosi sfilato per l´intero paese con i cori di tanti cittadini che lo hanno sostenuto, soprattutto di tanti giovani che hanno cosi percorso le strade della cittadina urlando, sbandierando il vessillo del partito democratico e, alcuni, in lacrime di gioia per una vittoria che aveva tenuto gli animi sospesi. Ma lo spettacolo continua, e la colonna sono che lo ha accompagnato per l’intera campagna elettorale risuona ancora più forte con le parole di Vecchioni, che ora si trasformano in realtà “Sogna, ragazzo sogna, non cambiare un verso della tua canzone, non lasciare un treno fermo alla stazione, non fermarti tu, lasciali dire che al mondo quelli come te perderanno sempre ,perché tu hai già vinto”.
Giovanna Salvati
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