Marigliano. Non piegare la testa davanti alle richieste estorsive, è questo l’unico metodo per non soccombere alla camorra. Lo stanno capendo gli imprenditori e i negozianti dell’area vesuviana e nolana che in più occasioni negli ultimi tempi hanno denunciato, dando il via ad importanti indagini da parte dei carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna (guidati dal capitano Orazio Ianniello). E’ stato così anche nel caso dell’arresto di Salvatore Armenio, 45 anni, di Brusciano ritenuto dagli inquirenti affiliato al clan camorristico dei “Castaldo” operante sulla zona di Marigliano e Scisciano. L’uomo è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 24 maggio dal Gip di Nola, su richiesta della locale Procura, per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso avendo commesso i fatti avvalendosi del vincolo associativo e per agevolare la cosca di cui fa parte.
A bloccarlo, la notte scorsa, i militari della stazione di Marigliano, gli stessi uomini che nei mesi scorsi avevano svolto le indagini che hanno portato al provvedimento restrittivo. Tutto era cominciato a gennaio scorso quando Armenio si era presentato da un imprenditore edile mariglianese chiedendogli una tangente di 5milaeuro. Una prima visita il pregiudicato l’aveva fatta all’imprenditore il 31 gennaio, la seconda il 5 febbraio, in entrambe le occasioni non erano mancate le minacce. “Se vuoi continuare a lavorare tranquillo mi devi pagare”, avrebbe detto l’uomo al costruttore 58enne, che in quell’occasione prese tempo, rispondendo che avrebbe dovuto pensarci. La sua decisione in quel caso fu la più giusta: la denuncia. Si recò infatti da carabinieri della locale stazione e raccontò quanto gli era capitato. Da quel momento sono cominciate le indagini, complesse e articolate, coordinate dal capitano Ianniello. Oltre ai servizi di osservazione, controllo e pedinamento gli uomini dell’Arma si sono avvalsi anche di indagini tecniche. Grazie ad intercettazioni telefoniche ed ambientali, a filmati e fotografie sono riusciti a raccogliere le prove che incastrano in maniera evidente Armenio alle sue responsabilità. A quel punto hanno inviato un’informativa alla Dda di Napoli, i magistrati hanno accolto in pieno le risultanze investigative degli uomini di Ianniello ed hanno emesso l’ordinanza che ieri ha portato l’uomo dietro le sbarre del carcere di Poggioreale.
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