Il mercato degli angeli, la tratta degli orchi, in qualunque modo venga definita la pedofilia rimane sempre e comunque una vergogna. Squallida, raccapricciante, sporca, crudele, sono solo alcuni degli aggettivi che mi vengono in mente pensando a questa schifosissima parola che con il termine pedofilia racchiude il più grande incubo di un bambino. Il 5 maggio ricorre la giornata nazionale per la lotta alla pedofilia e con rammarico e la pelle d’oca raccogliamo i dati che fanno paura.
I numeri. Le vittime sono circa 158 milioni di minori sfruttati ogni anno in tutto il pianeta dei quali almeno 2 milioni sono coinvolti nel mercato pedopornografico. Un gigantesco traffico da 1 milione e 200 mila bambini ogni anno, una vera e propria tratta di angeli. Sono questi i numeri della paura, di quella paura che tanti piccoli angeli sono costretti a vivere ogni giorno. E chissà se in questo momento, mentre racconto, qualche piccola anima innocente è violentata, picchiata, offesa della sua purezza e semplicità, quella che solo un bambino ha in dono. Gli sciacalli, che senza pensarci due volte, scelgono e consumano, l’infanzia alle loro vittime sono fruitori di un perverso mercato, che, senza sporcarsi le mani considerano alla stregua di un passatempo esotico , solo per la ricerca ed il collezionamento di immagini e filmati ritraesti di minori in attività sessuali. E le statistiche parlano chiaro. Le persone arrestate per pedofilia on line dalla polizia postale, dal 2001 a oggi, pensate sono state 187; 3.346 le perquisizioni, 3.655 i soggetti denunciati in stato di libertà. Ma questa tutt’altra storia, dove forse a volte la responsabilità maggiore è nelle mani dei genitori che senza forme di controllo non filtrano i contenuti che i piccoli assimilano da quel maledetto pc. Ben diverse invece la pedofilia che si consuma con più squallore dietro le mura di casa. Le violenze avvengono sopratutto dentro casa e non riguardano solo le famiglie degradate ma tutte le classi sociali e tutte le categorie di professionisti. Tra l’altro gli abusanti si avvicinano ai bambini gradualmente e in modo subdolo per riuscire a conquistare la loro fiducia. E in fenomeno si diffonde sempre di più anche su Internet. In alcuni casi per fortuna rari, ma raccapriccianti le violenze sono tali da arrivare perfino ad uccidere le piccole vittime.
Ma chi è il mostro? Il pedofilo da un profilo impeccabile. Un uomo distinto che a vederlo esclami “che persona distinta”. In genere il pedofilo sostiene di voler educare il bambino, di procurargli piacere e che comunque la vittima era sessualmente provocante (cosa ripetuta anche nella pornografia pedofila). Le preferenze sessuali dei pedofili, possono essere indifferenziate, ma anche rivolte ad un sesso specifico. Il pedofilo rivolto alle femmine preferisce vittime intorno agli 8 – 10 anni e costituisce la maggioranza dei casi; mentre quello rivolto ai maschi può ricercare vittime meno giovani, ma sembra più soggetto a recidiva.In genere il pedofilo si limita a spogliare la vittima, a guardarlo, a mostrarsi, a masturbarsi in sua presenza, a toccarlo con delicatezza e a carezzarlo. Altri, invece, sottopongono la vittima a fellatio o cunnilingus, penetrano la vagina, la bocca o l’ano con dita, corpi estranei o col pene e usano vari gradi di violenza. E’ vero. Ho usato un linguaggio forte ma forse solo la cruda realtà posta in questi termini può rendere viva la sofferenza di quelle povere vittime. Le vittime sono, nella maggior parte dei casi, bambini appartenenti alla stretta cerchia familiare, meno frequentemente estranei (con i quali cresce il rischio di essere svelati). La vittima può subire minacce, ma in genere il pedofilo sviluppa strategie di attrazione e controllo molto sottili ed efficaci che gli permettano di “conservare” la vittima e di non essere scoperto. Tutti ricorderanno il caso del piccolo Silvestro di Cicciano.
Il caso. Cicciano è un paese dove la sensibilità contro la pedofilia non manca da quando, nel 1997, fu rapito, violentato e ucciso, il piccolo Silvestro Delle Cave, vittima di tre uomini che poi furono arrestati. Ma Granito, dice chi lo conosce, era davvero insospettabile. Affetto da un handicap fisico, conosceva il bimbo e la sorellina. Un giorno vrebbe convinto i due bambini a seguirlo a casa, dove poi avrebbe violentato il maschietto sotto gli occhi della sorellina. È stato il racconto dei due bambini a portare i carabinieri da Gradito. L’altro episodio risalirebbe al 2007, e si sarebbe ripetuto più volte tra ottobre e novembre. A denunciarlo nel 2008 è stata la ragazza che ne fu vittima. Oggi diciotenne, per quasi due anni si è tenuta tutto dentro, mentre in paese continuavano a insultarla. È questo quello che riferi ai carabinieri ai quali si presentò dopo diversi tempo. “Mi hanno portato in campagna e mi hanno violentato” raccontò ai carabinieri. Furono arrestati in tre ma forse anche altri uomini non ancora individuati, avrebbero abusato di lei. Una volta le puntarono contro una pistola (forse un giocattolo) per convincerla a non raccontare niente a nessuno. Quasi sempre, invece, riprendevano gli stupri minacciando di diffondere poi le immagini in internet.
La vittima. Spesso si crede che la pedofilia generi una sola vittima: il bambino. Dati statistici, e sconvolgenti, dimostrano invece che molto spesso le vittime della pedofilia sono almeno 2: il bambino e un genitore innocente. Ciò accade quando la pedofilia diventa un assurdo strumento per distruggere la vita delle persone, da una parte, e dall’altra un ottimo mezzo per incrementare interessi pesonali (carriera, soldi….). Ed è proprio in questi casi che il bambino è forse ancor più vittima della pedofilia: è un oggetto usato, spesso inconsapevolemente, per rovinare la vita di un’altra persona (di solito il padre) e insieme l’unità della sua famiglia. Un bambino che forse crescerà con la convinzione di aver rovinato la vita di molte persone, quando in realtà lui è solamente stato usato; quando in realtà anche la sua di vita è stata ormai segnata da quest’enorme senso di colpa che non se ne andrà mai… L’altra vittima, il genitore accusato ingiustamente di pedofilia deve invece fronteggiare la realtà che gli si presenta immediatamente: lui è il presunto violentatore della sua creatura, ed è proprio il suo piccolo bambino che lo accusa di qualcosa di orribile; e non riesce a spiegarselo, non può crederci… nemmeno quando gli si presentano le dichiarazioni rese davanti al pubblico ministero, firmate dal suo bambino… Prima o poi però se ne farà una ragione: molto spesso il genitore apprende la notizia lo stesso giorno in cui viene messo in cella, insieme ad altre persone; spesso sono altri pedofili, altrettanto spesso sono persone innocenti come lui (si dice che la differenza la si nota subito…). Dopo qualche tempo, spesso anni, il processo ha inizio. Ed è in questo momento che il genitore capisce di esser vittima di un mostruoso meccanismo e capisce chi è il suo vero accusatore: il pubblico ministero, la moglie, i parenti, o qualcuno che gli vuole del male… Ma non suo figlio.
Non si può dire chi è più vittima.
Quel che è certo è che le vittime sono più numerose quando la pedofilia si gira dall’altra parte: dalla parte dell’innocenza, dell’ingiustizia, dell’arrivismo e della caccia ai pedofili di alcuni noti. Il 5 maggio ricordiamo le vittime della pedofilia.
Giovanna Salvati
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