venerdì 20 Settembre 2024
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Pdl su Bilancio e Opere Pubbliche: “Provvedimenti inaccettabili”

Con questa nota si inaugura un nuovo modo di interloquire con il cittadino-elettore, affinchè quest’ultimo possa partecipare attivamente alla vita politica di Sant’Anastasia. Di seguito pubblichiamo gli interventi del Capogruppo Pdl Dott.ssa Anna Rita De Simone “Bilancio” e del Consigliere Dott. Eduardo Pone ” Sul Piano delle Opere Pubbliche Triennali”.

Intervento “Bilancio del Comune di S. Anastasia – Anno 2012” Autore Dott.ssa A. De Simone

In via preliminare, devo dichiarare che questo modo di redigere il bilancio del nostro Comune è semplicemente inaccettabile. Ormai avremmo dovuto capire che la comunicazione tra istituzioni e cittadino-elettore è essenziale per realizzare una corretta dialettica democratica; avremmo dovuto capire che la burocrazia e il suo linguaggio vanno semplificati e snelliti. Pertanto, produrre il documento fondamentale del Comune, qual è il bilancio, solo in questa forma così pesante e complicata, è veramente anacronistico. Il bilancio non è un documento per soli addetti ai lavori, ma deve essere facilmente consultabile dal cittadino medio. Come già altre volte ho avuto modo di dire, Il bilancio va pubblicato in forma sintetica sul sito web del comune, e deve essere redatto in una forma tale che un cittadino di media cultura possa leggerlo senza difficoltà. Basta consultare il sito istituzionale di una qualsiasi città del nord – Italia ed imitarlo. Se vi degnerete di farlo, noterete tra l’altro che ogni tabella è corredata da didascalie che ne spiegano con parole semplici i contenuti numerici, oltre il significato e le motivazioni, tecniche e politiche, delle variazioni. A meno che non si voglia rendere apposta inaccessibile ai più il documento sul quale oggi siamo chiamati a discutere. Al fine di migliorare la trasparenza e la intelligibilità del bilancio sarebbe dunque utile proporre alla cittadinanza un bilancio “riclassificato”, riscritto cioè in modo semplice, già da molti anni applicato da moltissime amministrazioni, che aiuterebbe senza dubbio a far comprendere meglio ai cittadini il modo in cui vengono spesi i loro soldi e, pertanto, fornirebbe un impulso ad una gestione più oculata della spesa. Noi riteniamo che questa considerazione sulla necessità di una versione più disponibile e comprensibile del bilancio comunale, non sia un appunto formale, perché mai come in questo caso “la forma è sostanza”: se le istituzioni vogliono recuperare credito nei confronti della cittadinanza, la strada da seguire è quella della trasparenza e della comprensibilità delle scelte: questo concetto è stato l’asse portante della nostra campagna elettorale e del nostro patto con la cittadinanza, a cui noi del P.d.L. rimaniamo fedeli.

Se passiamo ai contenuti del bilancio di previsione all’ordine del giorno, due elementi macroscopici risultano evidenti. Primo: l’aumento del totale generale delle spese, che passa dai 17.709.000 (diciassette milioni settecentonovemila) circa dell’ultimo esercizio ai 20.665.000 (venti milioni seicentosessantacinquemila) previsti per il 2012; secondo: l’aumento delle entrate fiscali, ossia della pressione tributaria sui cittadini, che dai 6.580.000 (sei milioni cinquecentoottantamila) circa passano a 11.550.000(undicimilionicinquecentocinquantamila). Noi consiglieri del Popolo delle Libertà, coerentemente con le indicazioni del nostro partito, siamo decisamente contrari a questa impostazione, perché siamo decisamente favorevoli ad una sostanziosa diminuzione della spesa, che consenta un alleggerimento della tassazione sui cittadini. In tempi come quelli che stiamo vivendo, di emergenza economica, aumentare le spese e, di conseguenza, le tasse è un atto di irresponsabilità politica, perché così facendo si va ad aggravare una situazione sociale già allo stremo, mentre da ogni parte la revisione della spesa è ormai diventata l’imperativo categorico della nuova etica amministrativa. Dobbiamo registrare una forte contraddizione con la pretesa di questa amministrazione, che vorrebbe rappresentare un momento di rottura con il passato, e i fatti che essa produce, ancorati ad antiche logiche, ormai superate. Come spesso avviene, gli uomini politici che tanto ostentano i loro umili natali, e che per questo solo motivo pretendono di interpretare il sentimento e le necessità del popolo, proprio essi finiscono per tradire la loro asserita vocazione, che diventa solo un guscio vuoto, un pallone sgonfiato, un puro esercizio retorico.
Continua così il trend di aumento della spesa corrente, che già nel bilancio 2011 era aumentata di 500.000 (cinquecentomila) euro rispetto all’anno precedente, cosa intollerabile alla luce delle necessità di salvaguardia degli equilibri di bilancio, a maggior ragione se si pensa ai sacrifici che la collettività è stata chiamata a sopportare durante gli ultimi mesi: quest’anno le spese correnti dovrebbero passare da 13.460.000 (tredicimilioniquattrocentosessantamila) a 14.195.000 (quattordicimilionicentonovantacinquemila), cioè 735.000 euro in più, e con un rapporto sulla spesa totale ancora troppo sproporzionato, e quindi inaccettabile.
Di fatti, l’impressione che si ha è che l’aumento previsto di gettito derivante dall’IMU (circa 2.250.000 euro) rappresenti l’occasione per aumentare la spesa da un lato, salvaguardando gli equilibri di bilancio dall’altro. Un accorto controllo della spesa avrebbe difatti consentito di alleggerire la pressione fiscale che il comune imporrà ai cittadini.
Se si guarda poi in dettaglio, si scopre che dei circa 14 milioni e 195.000 di spesa corrente, ben 4.271.000 euro sono stati destinati al finanziamento delle “funzioni generali di amministrazione, gestione e controllo”, mentre si spendono per l’istruzione e la cultura 1.835.000 euro. Detto in altri termini, la macchina burocratica comunale assorbe una grossa parte della spesa corrente, costando in media ad ogni cittadino anastasiano circa 155 euro l’anno. Sicuramente qualcosa si sarebbe potuto e dovuto fare per contenere la spesa corrente, anche se per onestà intellettuale bisogna riconoscere che questo squilibrio non riguarda solo la nostra città, ma è una caratteristica storica di tutto il sud – Italia.
È inoltre un dato di fatto, noto infatti a tutti, che le attività produttive presenti sul territorio italiano, campano e anche anastasiano, stiano vivendo un momento difficilissimo. Nello specifico, nel nostro paese, l’industria è pressoché assente, l’artigianato che una volta era il fiore all’occhiello tra le attività produttive del nostro paese sta per scomparire quasi del tutto; anche il commercio e l’agricoltura vivono momenti terribili. Ebbene, in uno scenario che senza esagerare definirei “apocalittico”, appare piuttosto singolare (per non dire intollerabile) che il comune continui a spendere per i servizi all’agricoltura, artigianato, commercio e turismo, poche decine di migliaia di euro.
Per tali motivi il PDL sfiducia l’attuale amministrazione con un voto contrario al bilancio, un bilancio che non attua il rigore nel taglio degli sprechi e che aumenta la spesa corrente e le tasse.
Un bilancio poco attento alla crescita e sviluppo delle attivita’ produttive, poco sensibile alla famiglia e ai disabili.
Pertanto i consiglieri del PDL dichiarano di non dare la approvazione a questo bilancio.

Stralcio dell’intervento “Piano delle Opere Pubbliche Triennali” Autore Dott. Eduardo Pone

Il gruppo del Popolo della Libertà anticipa il voto contrario all’adozione del programma triennale delle opere pubbliche e del piano annuale, e lo fa senza nessun pregiudizio. Vota contro perchè ritiene che lo stesso sia insufficiente e carente di contenuti sia dal punto di vista Politico che Tecnico. Il piano contiene per quest’anno, per la maggior parte, opere già adottate negli anni precedenti ed in ritardo di realizzazione ed interventi di sistemazione e manutenzione straordinaria. Non si intravede una visione strategica nella realizzazione di opere pubbliche, non si intravede una visione di insieme del nostro territorio. Pezzi di questo nostro territorio come la zona Mulino, zona Capodivilla, zona S.Biagio a Ponte e tante altre comprese le periferie più rurali non sono proprio state sfiorare dal pensiero di chi ha proposto il piano. Si intravede invece forse in modo anche morboso attenzione per la zona di Piazza del Lavoro e dintorni, infatti troviamo lavori per manutenzione ordinaria (47.000 E) e straordinaria (90.000 E per il 2012) (90.000 E per il 2013), Marciapiedi di collegamento con Piazza del Lavoro (70.000E), percorsi pedonali e parcheggio a servizio di Piazza del Lavoro (500.000E per il 2013). A questo punto ci sorge un dubbio, chi comprerebbe una casa avuta in conduzione, se l’Ente continua ad investire in manutenzione ordinaria e straordinaria con sostituzione di caldaie per il riscaldamento, rifacimento di bagni e cucine, sistemazione a verde e rifacimento di facciate? Infatti il piano di dismissione degli alloggi di proprietà dell’Ente è fermo al palo con la vendita di solo circa DIECI unità abitative. Risalta inoltre il limite programmatico ed organizzativo come è dimostrato nella sezione 4 della relazione sul bilancio di previsione 2012 che descrive lo stato di attuazione dei programmi degli anni precedenti, troviamo infatti i lavori di manutenzione della casa comunale (112.000E del 2010) ancora non pagati, e lavori come strada e marciapiedi di via Primicerio (300.000 E), via L.Grassi (77.000 E del 2010), via Vallone (542.000E), Piazza Dante Alighieri(140.000 E), via P.Pio (130.000E) alcuni non pagati altri mai iniziati. Il gruppo del Popolo della Libertà vota contro questo piano delle opere pubbliche perchè una amministrazione che deve trovare i numeri per governare, di volta in volta in consiglio comunale, non può, come è dimostrato dai fatti, avere quella visione strategica necessaria alla gestione del futuro della nostra comunità, perchè Governare significa pianificare, programmare, gestire un progetto che in verità proprio non si intravede.

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