“Una divisione insanabile dovuta anche alla tracotanza e scostumatezza dimostrata dal sindaco per la sua negativa e sbagliata concezione della democrazia, vede come una minaccia o un complotto ogni dissenso, la democrazia non è certo la tirannia di una maggioranza”. Bastano poche parole al commissario cittadino del Pdl, il deputato Vincenzo D’Anna (nella foto) per sintetizzare la situazione politica che ha portato gli uomini di Berlusconi a lasciare la maggioranza di centrodestra di Sant’Anastasia. parole chiare e decise che spiegano il clima di disagio nel quale poi è sfociata l’aggressione al capogruppo del Pdl, Anna Rita De Simone e che ha poi portato all’addio con il sindaco Carmine Esposito, che pur sotto quell’egida era stato eletto nel 2010. “Era fuori dal partito da tempo”, aggiunge D’Anna, “ e lo ha ribadito proprio lui in più occasioni. Nonostante questo quando sono stato nominato commissario l’ho convocato per discutere le vicende che mi venivano sottoposte dai consiglieri. Un sindaco dovrebbe lavorare per far crescere la concordia e lui non l’ha fatto. Quando la consigliera De Simone è stata aggredita dai fratelli del sindaco lui ha diramato un comunicato ‘barzelletta’ in cui invece di difendere il consigliere depositario del consenso popolare, nel rispetto delle regole della buona educazione e per l’istituzione che rappresenta, ha detto che poi la giustizia in tribunale avrebbe chiarito la vicenda”. Esposito più volte ha dichiarato che questa scelta del Pdl è stata “forzata” da Luigi Cesaro. “Sbaglia”, chiarisce il commissario, “io sono stato nominato da Nitto Palma e pregato dal collega Mario Landofli, casertano come me, di venire a Sant’Anastasia, Cesaro l’ha saputo a cose fatte e niente mi ha mai chiesto. Ho agito in assoluta autonomia di giudizio. Se poi il sindaco continua a dire che Cesaro è un troglodita e ignorante, gli vorrei rammentare che lui è stato capo gabinetto di un troglodita ignorante”. Due gli obiettivi ai quali aveva lavorato D’Anna: “Volevo che smettesse di aggredire le due consigliere comunali (De Simone e Rossella Ciccarelli) che non gli stavano simpatiche e che non si procedesse al cambio del capogruppo, così come avevo chiesto a De Simone e Ciccarelli di stare in aula senza ulteriori commenti. Poi è successo l’episodio gravissimo dell’aggressione, se ne sarebbe dovuto discutere, ma Esposito ha agito in modo irriguardoso nei miei confronti. L’ho chiamato quella sera stessa per sapere come stavano le cose e lui in maniera tracotante mi ha detto che dovevo prendermi il simbolo e mettermelo in posti che non sto qui a ripetere. Mi ha offeso principalmente come uomo”. Comportamenti che peseranno sul futuro politico dello stesso Esposito. “Se lui continua la gestione amministrativa”, conclude, “il Pdl sarà all’opposizione e non troverà complicità in noi. Non possiamo sostenere chi si comporta come un despota con chi la pensa diversamente da lui. Laddove non continuasse l’esperienza di governo sappia che il Pdl dialogherà con i partiti, non certo con i surrogati del Padreterno”.
DA METROPOLIS DEL 13 APRILE

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