Tra cielo e terra: un memorial per ricordare gli ultras che ora tifano dalle stelle
Nel cuore pulsante di Torre Annunziata, tra le vie che raccontano storie di quotidiana appartenenza, si erge una comunità unica nel suo genere: gli ultras del Savoia. Non si tratta solo di tifosi, ma di veri e propri custodi di tradizioni, valori e, soprattutto, di un amore incondizionato per la loro squadra e la loro città.
Chiedo sempre il permesso quando sono con loro, “in punta di piedi” entro in un percorso di scoperta e stima. Non sono un ultras, ma tifo per loro, un rispetto profondo per il loro impegno e la loro dedizione. Torre Annunziata si rivela attraverso queste anime orgogliose e dignitose, tessendo storie di vita quotidiana in cui il calcio diventa un racconto di comunità e di appartenenza, dove l’identità dei singoli tifosi diventa un tutt’uno nell’unità degli ultras.
Il calcio, per molti, è solo uno sport, ma per gli ultras del Savoia è una tela bianca e nera sulla quale dipingere le emozioni di una vita intera. Ogni partita è un racconto, ogni coro un inno che si eleva oltre il rettangolo di gioco, con le loro bandiere che toccano il cielo e le stelle, là dove ora riposano alcuni dei loro più cari amici, Luigi, Alfonso, Crispino, Manolo, Marco, Gaetano, Zio Mario, Donato, Carmine, Fabio, Fonz Limone, Attilo, Gemello, Martusciello, Michele “u campagnuol, Pasquale Morrison.
Questa comunità, forte delle sue radici operaie e familiari, si distingue non solo per il fervore con cui sostiene la sua squadra, ma anche per l’impeto con cui si impegna nella vita cittadina. I loro sacrifici sono silenziosi ma significativi, mossi dall’amore per la propria famiglia e per un futuro migliore per i loro figli.
Un esempio palpabile di questa dedizione si è manifestato di recente durante il memorial tenutosi al campo Sant’Anna di Boscoreale. Non una semplice commemorazione, ma una vera e propria festa del ricordo e dell’unità, dove le bandiere non dividevano, ma univano, oscillando come un unico grande abbraccio collettivo sotto il cielo di Torre Annunziata.
I bambini, scesi in campo con lo striscione “agli angeli che ci ha rubato il cielo”, vestiti con i colori del Savoia, hanno giocato una partita di calcio che è stata molto più di un semplice incontro sportivo. È stata la dimostrazione che lo spirito degli ultras si trasmette di generazione in generazione, un insegnamento vivo che va oltre la vittoria o la sconfitta. Sugli spalti, le coreografie e i cori degli ultras hanno ancora una volta trasmesso emozioni profonde, dimostrando che la presenza degli ultras che non ci sono più è indelebile nei cuori di tutti.
La serata si è conclusa con la consegna di targhe ai familiari dei ragazzi scomparsi, un gesto che ha sottolineato come il ricordo sia sempre vivo e partecipato. Inoltre, una raccolta fondi ha garantito supporto ai giovani più bisognosi, ribadendo il legame indissolubile tra sport, solidarietà e amore per la comunità.
Gli ultras del Savoia non sono solo tifosi: sono pilastri di una città che ogni giorno si impegna per mantenere viva l’orgoglio con la loro dignità e per costruire un futuro migliore. Torre Annunziata ha ogni motivo per essere fiera di questi ragazzi, di questi eroi quotidiani che, con il loro impegno e la loro passione, continuano a insegnare cosa significa realmente amare e lottare per la propria città, la loro squadra.
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